TRENT’ANNI DI ISTRICI

Comincia una nuova avventura  sul finire dell’anno e si delinea un po’ come un  buon proposito: occuparsi di qualcosa che ci appassiona , la letteratura!  E proprio per il tempo specifico in cui nasce questo blog, sento la necessità di dare uno sguardo all’anno appena trascorso , con una piccola incursione nel passato.


Vent’anni fa, precisamente il 21 marzo 1997, mi laureavo a Bologna,  con una tesi di letteratura per l’infanzia su Donatella Ziliotto.
TRENT’ANNI FA, questa “Signora delle letteratura per ragazzi” creava con la Salani la collana GL’ISTRICI.


Numerosi i riconoscimenti e i tributi dati alla collana in quest’anno passato, il mio omaggio tardivo, è però per la donna colta, ironica, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, in un piccolo studio pieno di libri, in un palazzina tipicamente milanese con il cortile interno e l’accesso attraverso una balconata in ferro….
Gl’Istrici segnano un punto di rottura rispetto ad un’idea di letteratura e quindi di infanzia: sono libri tascabili, introducono i  generi, parlano ai ragazzi di tematiche che a loro interessano, portano in Italia autori stranieri moderni.
Dice Antonio Faeti nel suo storico “Diamanti in cantina”:


“ Devo dire che la data 1987(....) data di apparizione del GGG di Dahl e la data di nascita degli Istrici  Salani, l’ho scelta,  per il suo valore più che emblematico, significativa com’è per indicare una continuità (quasi trent’anni prima la Ziliotto dirigeva già la memorabile collana “Il Martin Pescatore” della Vallecchi) e un rinnovamento. Doveva e poteva essere lei, Donatella, a sancire il senso di un passaggio, a indicare una svolta…”


Torniamo così a Donatella.
Scrittrice che attraversa di “sghembo”, è ancora Faeti che così la definisce, la letteratura  per l’infanzia con libri difficilmente collocabili esclusivamente in questa fascia di età per la qualità della scrittura, per i temi affrontati, opere brevi ma dense.
Alcuni esempi: Tea patata, Un chilo di piume un chilo di piombo, Le bambine non le sopporto…  e ancora Io nano.
Anticonformista, precorritrice dei tempi, cresce tra le pagine nordiche di Bibi di Karen Michaelis, giovane donna poi   ripercorre le tappe del viaggio in bicicletta della protagonista: l’incontro con il Nord dapprima letterario diventa amore profondo per le atmosfere e i paesaggi scoperti.
Più tardi conoscerà, attraverso un’improbabile  occasione, ASTRID LINDGREN e la sua Pippi Calzelunghe che porterà in Italia tra polemiche e denunce proprio alla Vallecchi.
Nei dieci anni di lavoro alla RAI, in qualità di programmista-regista di programmi per bambini conosce e lavora con personaggi del calibro di Paolo Poli e Toti Scialoja e successivamente sarà doppiatrice del memorabile anime Capitan Harlock!
Con Gl’Istrici comincia pubblicando due opere di Dahl Il GGG e Le streghe.. mandando così un messaggio chiaro e inconfondibile su quello che sarà il suo stile editoriale: proporre ai giovani lettori opere che offrano chiavi di lettura critica della realtà quotidiana…..
Così posso tranquillamente dire che se volete andare sul sicuro nel scegliere libri per i vostri ragazzi, siano essi studenti, figli, nipoti…, potete attingere a piene mani a  questa collana, non vi assicuro che vi piaceranno tutti, ciò che piace o non piace ad ognuno di noi fa riferimento ad una complessa dimensione non sindacabile, ma sono certa della qualità delle opere proposte: ironiche, irriverenti, divertenti e sempre fortemente allineate dalla parte del lettore.


LEI




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LEGGERE PER VIVERE


     Benvenuti nel primo post di questo blog. Il titolo di questo “pezzo” racchiude sia la filosofia dietro queste pagine web che il senso del primo libro che andiamo a presentarvi. Si tratta di “COME DIVENTARE VIVI - Un vedemecum per lettori selvaggi” di Giuseppe Montesano, Bompiani. Era impossibile non aprire con questo testo: si tratta di un inno alla lettura come forma di salvezza e di silenziosa rivolta verso quella che si potrebbe definire “ignoranza digitale” e contro i ritmi di vita ansiogeni che ci condannano a stare lontani dalle gioie di una vita autentica. Potrebbe essere quindi un controsenso parlare di questo libro su un blog visto lo sguardo fortemente critico di questo testo poetico e fortemente “infiammabile” nei confronti del web. Eccone un esempio: 

     “Gli schermi menzogneri rendono noiosa l’intelligenza e allegra la stupidità, e ci illudono di essere amici di chiunque, mentre siamo rivali persino di noi stessi. I lettori selvaggi spengono dolcemente gli schermi e leggono il mondo con tutti i sensi spalancati.” 

     L'obiettivo finale è non soccombere al mezzo informatico ed alle logiche “digitali” che impoveriscono le nostre relazioni col mondo, ma dominarlo ed usarlo, piuttosto che essere usati. Smettere con l’uso ossessivo e passivo dei dispositivi digitali è il primo passo per diventare “lettori selvaggi”, non asserviti al net-surfing. Sperimentare la lettura profonda, ci rende migliori nelle nostre competenze e nella nostra sfera emozionale. Eh, si, perchè il pericolo degli analfabeti emotivi e mentali, oltre all’incapacità di fare cose una volta “normali”, come prendere appunti a penna, è quello di diventare dei moderni zombie, con la loro carica di violenza trasmessa dai tristemente famosi video su Youtube in cui si torturano o violentano i compagni di turno. 


     “Tutti i violentatori sono impotenti emotivi decaduti intellettualmente, morti che agiscono spinti dal desiderio che la morte che li abita infetti i vivi: vogliono seminare la morte che è in loro dove potrebbe fiorire una vita che per loro stessi sentono perduta, e solo nella sofferenza altrui riescono a sentirsi vivere.”

     Montesano ci fa capire come l’uso distorto dei media digitali infatti ci privi dell’empatia, la capacità di “offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali” (Fonte: Wikipedia). E così infine gli individui vengono ridotti a tanti “doxophoi”, sapienti solo nel dire la loro opinione, gratificati dai like e della falsa libertà di mettere in piazza i loro gusti e i loro istinti, ma sostanzialmente impotenti, incapaci di decidere davvero. 

     “Se non svoltiamo, e diventiamo lettori selvaggi nella realtà che è ora, presto saremo tutti dei doxosophoi: sapienti solo nel dire la nostra opinione che non conta nulla, e felici solo di accumulare vuoto nelle banche dati delle nostre memorie esterne, le tombe del nostro pensiero."

     La forma chiara, semplice eppure poetica delle argomentazioni di Montesano non rinuncia ad approfondire questioni importanti, che non si possono delegare ai seminari degli “specialisti” ma che appartengono a tutti noi lettori, genitori, educatori, cittadini. Il consiglio del “Lector” quindi è di confrontarsi con le tesi radicali di questo libro, che si possono condividere o meno, ma che non mancheranno di farci riflettere su molti aspetti che di solito si danno per scontati e che di sicuro cambieranno qualcosa nel nostro modo di rapportarci alla cultura moderna. Chiudiamo questo primo, fatidico post e questo primo invito alla lettura con un’ultima citazione dove, come nel resto del libro, sembra di sentire la voce del Professor Keating impersonato da Robin Williams ne “L’attimo fuggente”, indimenticabile film del 1989 di Peter Weir che per l’occasione possiamo anche tornare a vedere. 

     “Se hai poco tempo per leggere non credere al tempo. La lavastoviglie ronza, è tarda sera e sei allo stremo? I lettori selvaggi non si accasciano sul divano, ma si lavano, mettono una goccia di profumo ai lobi e leggono Catullo: con tutto il corpo, e senza difese. Allora cominciano a sentirsi vivi. E chi mai conta il tempo quando è vivo?” 



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Lui


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