LEGGERE PER VIVERE


     Benvenuti nel primo post di questo blog. Il titolo di questo “pezzo” racchiude sia la filosofia dietro queste pagine web che il senso del primo libro che andiamo a presentarvi. Si tratta di “COME DIVENTARE VIVI - Un vedemecum per lettori selvaggi” di Giuseppe Montesano, Bompiani. Era impossibile non aprire con questo testo: si tratta di un inno alla lettura come forma di salvezza e di silenziosa rivolta verso quella che si potrebbe definire “ignoranza digitale” e contro i ritmi di vita ansiogeni che ci condannano a stare lontani dalle gioie di una vita autentica. Potrebbe essere quindi un controsenso parlare di questo libro su un blog visto lo sguardo fortemente critico di questo testo poetico e fortemente “infiammabile” nei confronti del web. Eccone un esempio: 

     “Gli schermi menzogneri rendono noiosa l’intelligenza e allegra la stupidità, e ci illudono di essere amici di chiunque, mentre siamo rivali persino di noi stessi. I lettori selvaggi spengono dolcemente gli schermi e leggono il mondo con tutti i sensi spalancati.” 

     L'obiettivo finale è non soccombere al mezzo informatico ed alle logiche “digitali” che impoveriscono le nostre relazioni col mondo, ma dominarlo ed usarlo, piuttosto che essere usati. Smettere con l’uso ossessivo e passivo dei dispositivi digitali è il primo passo per diventare “lettori selvaggi”, non asserviti al net-surfing. Sperimentare la lettura profonda, ci rende migliori nelle nostre competenze e nella nostra sfera emozionale. Eh, si, perchè il pericolo degli analfabeti emotivi e mentali, oltre all’incapacità di fare cose una volta “normali”, come prendere appunti a penna, è quello di diventare dei moderni zombie, con la loro carica di violenza trasmessa dai tristemente famosi video su Youtube in cui si torturano o violentano i compagni di turno. 


     “Tutti i violentatori sono impotenti emotivi decaduti intellettualmente, morti che agiscono spinti dal desiderio che la morte che li abita infetti i vivi: vogliono seminare la morte che è in loro dove potrebbe fiorire una vita che per loro stessi sentono perduta, e solo nella sofferenza altrui riescono a sentirsi vivere.”

     Montesano ci fa capire come l’uso distorto dei media digitali infatti ci privi dell’empatia, la capacità di “offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali” (Fonte: Wikipedia). E così infine gli individui vengono ridotti a tanti “doxophoi”, sapienti solo nel dire la loro opinione, gratificati dai like e della falsa libertà di mettere in piazza i loro gusti e i loro istinti, ma sostanzialmente impotenti, incapaci di decidere davvero. 

     “Se non svoltiamo, e diventiamo lettori selvaggi nella realtà che è ora, presto saremo tutti dei doxosophoi: sapienti solo nel dire la nostra opinione che non conta nulla, e felici solo di accumulare vuoto nelle banche dati delle nostre memorie esterne, le tombe del nostro pensiero."

     La forma chiara, semplice eppure poetica delle argomentazioni di Montesano non rinuncia ad approfondire questioni importanti, che non si possono delegare ai seminari degli “specialisti” ma che appartengono a tutti noi lettori, genitori, educatori, cittadini. Il consiglio del “Lector” quindi è di confrontarsi con le tesi radicali di questo libro, che si possono condividere o meno, ma che non mancheranno di farci riflettere su molti aspetti che di solito si danno per scontati e che di sicuro cambieranno qualcosa nel nostro modo di rapportarci alla cultura moderna. Chiudiamo questo primo, fatidico post e questo primo invito alla lettura con un’ultima citazione dove, come nel resto del libro, sembra di sentire la voce del Professor Keating impersonato da Robin Williams ne “L’attimo fuggente”, indimenticabile film del 1989 di Peter Weir che per l’occasione possiamo anche tornare a vedere. 

     “Se hai poco tempo per leggere non credere al tempo. La lavastoviglie ronza, è tarda sera e sei allo stremo? I lettori selvaggi non si accasciano sul divano, ma si lavano, mettono una goccia di profumo ai lobi e leggono Catullo: con tutto il corpo, e senza difese. Allora cominciano a sentirsi vivi. E chi mai conta il tempo quando è vivo?” 



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Lui


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