Non solo Anna Frank
Può sembrare anacronistico parlare di diario oggi… e una contraddizione in termini farlo su di un blog. Ma di fatto, a ben vedere, cosa sono i blog, Facebook, Instagram e i vari social se non il telematico prolungamento di un diario? Certamente si possono individuare molte differenze: la più importante è che l’emittente (chi scrive) e il ricevente (chi legge) nel diario personale sono sempre gli stessi; in altre parole scrivo per me stesso ma contestualmente oggettivo la mia esperienza quando la rileggo a distanza di tempo.
Quando invece pubblico su un social network la mia vita privata, come dice il verbo stesso “pubblico”, sono consapevole che il mio destinatario è altro da me, strizzo l’occhiolino a chi mi leggerà, scegliendo come rappresentarmi al mondo.  La letteratura ne è ricca di esempi: diari di bordo, diario personale, diario di viaggio. Questo antico genere letterario rinverdisce in una dimensione di attualità, reso tale proprio da questi nuovi mezzi di comunicazione di massa.
Quando pensiamo al diario immediatamente ci viene in mente il diario più famoso al mondo: “Il diario di Anna Frank”. Si tratta tuttavia di un’opera di difficile utilizzo nella sua interezza, si possono però scegliere alcune pagine da proporre, anche in occasione della giornata della memoria o come testo storico. Accanto ad esso si possono annoverare gli altrettanti famosi , Il giornalino di Giamburrasca di Vamba, e Cuore di Edmondo De Amicis, tuttavia in questo post la scelta che ci ha guidato è stata un’altra. Ne consegue che nei  successivi consigli bibliografici l’attenzione viene incentrata sulle novità e volutamente sono stati ignorati i classici
La letteratura offre numerosi esempi di opere di fantasia scritte sottoforma di diario che affrontano con un linguaggio moderno tematiche di  attualità.  Ecco alcuni esempi a cui attingere divisi per l’età degli ipotetici lettori.. un piccolo assaggio …..



Proposte
 PER I PICCOLISSIMI


DIARIO SEGRETO DI POLLICINO


Lechermeier Philippe


Illustrazioni raffinate accompagnano la narrazione in prima persona del piccolo Pollicino… Offre uno sguardo inedito sulla famosissima fiaba.
Ed. Rizzoli , 2017




DIARIO DI UN COCCODRILLO
Antonio Catalano


Perchè un coccodrillo non dovrebbe tenere un diario?
Ed. Artebambini 2016




ScuolaPrimaria
PICCOLI LETTORI
Stefano Bordiglioni. Il capitano e la sua nave: diario di bordo di una quarta elementare, Einaudi Ragazzi, 2012, Nevicate e conseguenti palle di neve, partite di calcio, gite scolastiche: storie di vita quotidiana, annotate su un diario da Federico. In prima persona con illustrazioni in bianco e nero. Età: 9-10
Bordiglioni, Manuela Badocco. Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi, 2010, Dal 12 gennaio al 16 febbraio il diario giornaliero di Martina, 10 anni, assillata dai tanti corsi che le fanno fare i genitori e che non le lasciano tempo libero per ciò che piace a lei., Testo in grandi caratteri, illustrazioni a colori. Età: 8-10
Vanna Cercenà. Dal diario di Tommaso, illustrazioni di EL, 2007, In Toscana l'undicenne Tommaso, che racconta la vicenda dal 20 aprile al 24 agosto nel suo diario, scopre con l'amica Astrid che una tomba etrusca è stata saccheggiata: un mistero sul quale iniziano subito indagare.Età: 9-11


Scuola Secondaria  I° grado  
GIOVANI LETTORI
Luigi Ballerini. Zia Dorothy, Giunti, 2009, Le esilaranti avventure di una famiglia italiana che dopo la morte della carissima Dorothy si vede recapitare a casa nientemeno che una zuppiera con le ceneri dell'anziana defunta! Età: 12-14
Rebecca Covaciu. L'arcobaleno di Rebecca: taccuino di viaggio di una ragazza rom, Milano, Ur, 2012
Autobiografia dell'autrice, una rom sedicenne con intensa vocazione artistica che oggi vive a Milano e che a partire dai 6 anni ha vissuto con la famiglia una vita raminga per il mondo irta di stenti e di difficoltà., Riproduzione dei testi e delle illustrazioni a colori del suo diario e notizie s u di lei. Età: 11-14


Shannon Hale. Il libro dei mille giorni, Rizzoli, 2008,
In un mondo ispirato alla Mongolia medievale l'adolescente Dashti racconta in un diario la storia sua e della sua signora, prima chiuse in una torre per anni, poi, una volta liberate, al servizio del principe Tegus., Rivolto alle giovanissime, in due parti con testo in prima persona, illustrazioni in bianco e nero, mappa dei luoghi,
Età: 12-15


IN PRIMO PIANO






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SEGNALO INOLTRE


LIBER ha realizzato una bella bibliografia sul genere diario dal titolo Caro Diario
novembre 2014 (rintracciabile in rete)


PER GLI APPASSIONATI ...DI STORIA
Piccolo Museo del diario  (Pieve Santo Stefano)
La storia degli umili si erge a protagonista….
diari di gente comune ..
Percorso interattivo e multisensoriale
presso Palazzo Pretorio (AR)













Quando si pensa di organizzare attività intorno alla lettura che abbiano come finalità ultima avvicinare i nostri ragazzi al piacere dei libri, bisogno avvalersi dell’immaginario collettivo in senso lato, si può perciò cominciare ad introdurre il tema partendo da un linguaggio a loro molto caro: le immagini.

Possiamo perciò proporre la visione del film: Diario di una schiappa (Diary of a Wimpy Kid). Una pellicola del 2010 diretta da Thor Freudenthal e basato sull'omonimo primo libro della serie di Jeff Kinney
Il richiamo alla serie dei libri è immediato, proponendo questo tipo di testi andiamo sul sicuro per lo stile grafico che fa il verso ai comics e vi possiamo associare altri tipologie di libri scritti sempre sottoforma di diario.
Alcune costanti possono rendere riconoscibile la proposta che andiamo a fare:
- lettura condivisa ad alta voce e/o nelle modalità già delineate nel post precedente LEGGERE, PER PIACERE
- attivazione di un prestito bibliotecario a tema, può essere lo stile a diario, oppure uno specifico argomento. sempre relativo al genere proposto
- privilegiare come metodologia di lavoro quella del piccolo gruppo.


Genere solitamente affrontato in classe V, il Diario può essere un efficace laboratorio interdisciplinare di scrittura e non solo; le sue pagine possono essere alternate a strisce di fumetti, a disegni, fotografie e altri codici …
Dopo un momento di analisi del genere che consentirà di muoversi con più strumenti nel riconoscere e affrontare l’argomento, si può scegliere di:
  1. realizzare un diario di bordo della classe V giornaliero: a turno ogni ragazzo documenta la mattinata scolastica con il linguaggio scritto, commenti, disegni, fotografie, laddove possibile… Possiamo utilizzare un quadernino di quelli rilegati un po’ alla vecchia maniera, con una carta ecologica; in tal modo apparirà subito evidente la preziosità dell’oggetto in sè e per riflesso dei contenuti che vi andremo a scrivere.
  2. In prossimità delle vacanze si possono costruire taccuini artigianali su cui annotare e commentare le esperienze vissute (di Natale, Pasqua o estive) . (vedi gli esempi realizzati a fine post)
  3. Poiché parliamo di ragazzini che usufruiscono quotidianamente della tecnologia, perché non aprire una pagina Facebook della classe o un blog?
Naturalmente questo comporta una supervisione dell’adulto puntuale e attenta oltre a un minimo di competenza informatica…


Nella mia classe da poco abbiamo completato questa attività proprio nelle sequenze prima delineate:
E’ stato attivato  un prestito bibliotecario a soggetto diario, analizzato le caratteristiche del genere attraverso letture collettive e guidate, e, passando da una serie di manipolazioni testuali (costruzione guidata di pagine di diario con struttura proposta, domande guida..), realizzato una produzione libera di un piccolo diario che poteva caratterizzarsi a scelta sia come diario personale, sia come diario di viaggio da realizzare durante le vacanze di Natale.
Poche pagine a righe dove scrivere, bianche dove disegnare o incollare immagini…  Poichè si trattava di una scrittura libera ho letto per capire quanto avevano afferrato delle caratteristiche del genere, ma non ho corretto nulla….. Nel rispetto del testo come "rècit brut", ovvero narrazione spontanea.
Di seguito alcune immagini relative a come è stato realizzato il taccuino su cui scrivere e alcuni esempi delle produzioni realizzate dai ragazzi.




L'eclissi di Dio

Eclissi Solare, Sole, Bagliore, SolareCarissimi Lectores, eccoci ancora su queste pagine virtuali, questa volta a parlare di Shoah; in questo intervento desidererei affrontare fondamentalmente la risposta alla seguente domanda:

“Perchè, a distanza di più di settanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è necessario continuare a parlare dell’Olocausto?”

Sembra una domanda fuori luogo. Eppure la si può leggere nell’ipocrisia con cui, in tantissime occasioni si celebra la Giornata della Memoria. Certo, l’istituzionalizzazione di un evento, di una ricorrenza porta con sé il rischio della superficialità, della perdita della genuinità di questo tipo di azioni, un po’ come accade per altri appuntamenti istituzionali come il 2 giugno o il 1° maggio.
Beh per quanto riguarda la Shoah, lo sterminio progettato scientificamente e scientificamente condotto dell’intero popolo ebraico, durante la Seconda Guerra Mondiale è importante ribadire che si tratta di qualcosa che non è comparabile con nessun altro evento storico.
L’uomo ha da sempre sterminato, massacrato, anche con numeri importanti. Mai però si era assistito ad un progetto totale, un odio costruito e supportato da tutte le più avanzate scoperte scientifiche e tecnologiche, una volontà feroce di costruire un uomo che non avesse più nulla di umano: l’Uomo del Lager.
Non si trattava solo di uccidere, eliminare dei nemici, ma di annullare anche il ricordo di umanità in ognuno dei
prigionieri, cancellando al contempo ogni traccia di umanità in sè stessi, ma questo per i nazisti non costituiva un problema rilevante; il loro rifugio e la loro vera identità stavano in una frase, tristemente famosa ed imitata, di sole quattro parole: “eseguivo solo gli ordini”.
Ricordare quindi la Shoah (leggendo libri, visitando luoghi, ascoltando la voce dei testimoni dal vivo o nei filmati che ci hanno lasciato in eredità) vuol dire anche saper leggere meglio il nostro presente. Perché il Nazismo quei semi del Male ha fatto in tempo a diffonderli prima di essere sconfitto: sono fioriti in Jugoslavia, nel 1992, nel Rwanda, nel 1994 via via fino agli orrori recenti dell’ISIS.
Quel Mostro quindi è stato sconfitto ma non debellato. Si annida ancora in centinaia di luoghi, fatti, pensieri. Solo continuando a leggere, a conoscere la Shoah potremo sviluppare quello sguardo critico, quegli anticorpi per non dover affrontare più passivamente certe notizie al telegiornale o sentire certi discorsi sotto casa.

La Bibliografia sulla Shoah è sterminata. In questo momento però vogliamo concentrarci su un singolo testo fra tanti altri, fondamentale per comprendere proprio l’aspetto di cui si faceva cenno sopra: la costruzione dell’Uomo del Lager, un essere vivente che non ha più ricordo di se stesso, ridotto ad un agglomerato di organi al servizio di qualsiasi nefandezza.
Troverete che un tale esempio di Uomo non è per niente estinto, ed è ancora al centro dei pensieri di tanti Uomini di Potere. Il libro in questione è “La notte” di Elie Wiesel, Editrice La Giuntina, la testimonianza di una vera e propria discesa verso l’Inferno di un adolescente, figlio di un rabbino, che vede svanire davanti a sè tutto ciò che fino ad allora era stato il suo mondo.

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno. che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.”

Product coverNel libro di Wiesel, premio Nobel per la Pace nel 1986, personaggio leggendario, da poco scomparso, si ritrovano tutti i temi trattati nei successivi libri sull’Olocausto; ne citiamo qualcuno facendolo seguire da un brano significativo:

- l’iniziale incredulità davanti alle parole di un testimone diretto delle atrocità che già si compivano, perdendo l’occasione di salvarsi. Un tema scandaloso ma che ha coinvolto tantissime vittime, inizialmente propensi a considerare i nazisti come qualcosa di passeggero o di non troppo diverso dai tanti che avevano umiliato e perseguitato il Popolo Eletto.
“La gente non solo si rifiutava di credere alle sue storie, ma anche di ascoltarlo”

- la progressiva perdita di ogni connotato umano nel lager. Il protagonista vive nel lager, fin quasi alla fine, con suo padre, in un rapporto che si fa sempre più drammatico.

“Faceva giorno quando mi svegliai. Allora mi ricordai di avere un padre: dopo l’allarme avevo seguito la folla senza occuparmi di lui. Sapevo che era allo stremo delle forze, sull’orlo dell’agonia, eppure l’avevo abbandonato.
Partii alla sua ricerca.
Ma nello stesso istante nacque in me questo pensiero: <<Purchè non lo trovi! Se potessi sbarazzarmi di quel peso
morto, così da poter lottare con tutte le mie forze per la mia
sopravvivenza, occupandomi solo di me stesso>>. E subito ebbi
vergogna, vergogna per sempre di me stesso.”

- la perdita della fede: un dato comune a tantissimi ebrei. Anche quelli più pii non potevano accettare la Shoah. Un grande pensatore ebraico, Martin Buber, elaborò il concetto di Eclissi di Dio proprio per spiegarsi un qualche modo la contemporanea presenza del Male Radicale e di Dio. Nel libro il protagonista deve assistere, fra le altre cose alla pubblica impiccagione di tre prigionieri, un evento decisivo per la sua religiosità

“I due adulti non vivevano più. La lingua pendula, ingrossata, bluastra. Ma la terza corda non era immobile: anche se lievemente il bambino viveva ancora…
Più di una mezz’ora rimase così, a lottare fra la vita e la
morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti.
Dietro di me udii il solito uomo domandare:
- Dov’è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
- Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca...”

Il trauma per la “Morte di Dio” rende anche la libertà finale un evento senza redenzione, che lascia vuoti ed attoniti per il resto della propria vita, come suggerisce il bellissimo finale del libro:

“Tre giorni dopo la liberazione di Buchenwald io caddi gravemente ammalato: un’intossicazione. Fui trasferito all’ospedale e passai due settimane fra la vita e la morte.
Un giorno riuscii ad alzarmi, dopo aver raccolto tutte le mie forze. Volevo vedermi nello specchio che era appeso al muro di fronte: non mi ero più visto dal ghetto.
Dal fondo dello specchio un cadavere mi contemplava.
Il suo sguardo nei miei occhi non mi lascia più.”

Direi che queste poche righe bastino a tracciare le coordinate di questa Giornata della Memoria, ma al Lector si parlerà di questi temi anche al di fuori delle Celebrazioni. Alla prossima!

Lui

NOTTE BUIA, NIENTE STELLE

Si avvicina il giorno della memoria, una ricorrenza che vuole ricordare le vittime dell’Olocausto, una follia storica predeterminata e pianificata nei minimi dettagli.
Il 27 gennaio 2000 viene istituita questa giornata: la data non è scelta a caso, corrisponde infatti alla liberazione degli ebrei dal campo di prigionia di Auschwitz.
Il titolo di questo post, Notte buia, niente stelle, è la citazione di una raccolta di racconti di Stephen King che è da sempre un grande indagatore dell’animo umano a trecentosessanta gradi,un animo che scopre nelle sue pieghe più oscure. Quale titolo più adatto allora per introdurre quella che fu una prolungata notte di oscurità per la storia dell’umanità... Ma come affrontare questo delicato argomento con i nostri ragazzi?
La letteratura ha accolto nelle sue pagine  molte tematiche difficili e scottanti, la guerra e le sue crudeltà sono tra queste (abbiamo già accennato alla profonda rivoluzione che in questo campo si è avuta a partire dagli anni ottanta).
Ci sono alcuni autori straordinari che hanno raccontato di questi avvenimenti attraverso uno sguardo bambino.
Ecco alcuni suggerimenti divisi in base all’età, che sappiamo ormai essere indicativa (vedi il post su Roald Dahl) ma che possono servirci per  orientarci .
Non sono ovviamente esaustivi, si è cercato di fare proposte letterarie  recenti .


6-8 ANNI
Le proposte successive sono libri illustrati di grandi dimensioni, adatti quindi anche ad una lettura collettiva:
Anna Bacceliere,Chiara Gobbo,  Ma c’è sempre l’arcobaleno, Arka.
Un testo breve ma intenso e poetico: un bambino chiuso nel campo di concentramento attende l’arrivo della pioggia e con esso dell’arcobaleno… e intanto tratteggia la quotidianità della vita ..


Irene Cohen-Janka, L’albero di Anne,  Orecchio acerbo.
Un ippocastano, di fronte al rifugio segreto di Anna Frank, ne racconta la storia.


Intenso il libro di Guido Quarzo, Io sono l’uomo selvatico, Fabbri: l’incontro tra Martino e un uomo solitario dal doloroso passato.
IL TESTO HA GRANDI CARATTERI. (adatto per una lettura autonoma anche per bambini DSA)


Toni Ungerer, Otto autobiografia di un orsacchiotto, Mondadori, attraverso la vita di Otto e le sue  vicissitudini ci racconta la Germania nazista.
IL TESTO HA GRANDI CARATTERI. (adatto per una lettura autonoma anche per bambini DSA)


9-11 ANNI
Lia Levi è un’autrice italiana, di famiglia di origine ebraica,  che ha spesso affrontato il tema della shoah, alcuni titoli: Io ci sarò, Una valle piena di stelle, La perfida Ester… tra gli altri


Naturalmente non posso dimenticarmi di Un chilo di piume un chilo di piombo di Donatella Ziliotto, Einaudi. Un testo poetico ambientato nella Trieste al tempo della guerra, ricordi d’infanzia della scrittrice che parlano direttamente al nostro cuore.
Jerry Spinelli, Misha corre, Mondadori, racconta della fuga di un ragazzino rom dal ghetto di Varsavia, nelle ore della deportazione; una scrittura graffiante e intensa.



Uri Orlev, che da bambino ha vissuto proprio nel ghetto di Varsavia, tratteggia con grande maestria quei dolorosi momenti in Gioco di sabbia, Salani:
sono proprio i suoi ricordi di bambino quelli che racconta al figlio nel libro.


12-14 ANNI
Uri Orlev, ancora lui,  Corri ragazzo corri, L’isola in via degli uccelli e Lia Levi con Una bambina e basta, Che cos’è l’antisemitismo…(2018).


Annika Thor, L'isola lontana, Mare profondo, Oltre l’orizzonte,Feltrinelli, una trilogia che narra di Steffy ragazza ebrea costretta a scappare dalla sua nazione, l’Austria,  con sua sorella Nelli, mentre i genitori, sono ancora là,  e a trovare rifugio in una nuova realtà su una piccola isola svedese, così lontana dalle loro abitudini di vita.


Francesco Cognolato e Silvia Dal Francia ci raccontano in L’eroe invisibile, Einaudi Ragazzi, la straordinaria vicenda di Giorgio Perlasca: commerciante di carni italiane che nella Budapest nazista mette in atto un grande inganno per salvare gli ebrei “dai treni della morte”.   


VETRINA
LE ULTIME NOVITA’
SULL’ARGOMENTO...


















Quest’anno parleremo di questo doloroso periodo della storia recente partendo dalla visione del film Storia di una ladra di libri…, regia di Brian Percival, film del 2013. Avremmo potuto anche scegliere  La vita è bella di Roberto Benigni, film del 1997, per i ragazzi più grandi assolutamente toccante, Il bambino con il pigiama a righe, regia di Mark Herman, 2008, del 2014 poi , Corri ragazzo corri, regia di Pepe Danquart.


La mia è una classe quinta, ma il percorso che andremo a delineare può essere proposto anche a ragazzi più grandi...e con le dovute modifiche anche ai più piccoli...
Partire da una visione di questo tipo favorisce un approccio globale che restituisce ai ragazzi attraverso più sensi (le immagini, ovviamente, ma anche le musiche) le atmosfere, il contesto sociale e culturale di un’epoca… Servirà ad inquadrare attraverso un linguaggio a loro noto un periodo storico che  non conoscono, in quanto materia di studio solo al terzo anno della scuola secondaria di primo grado.
Le riflessioni collettive, che seguiranno la visione,   potranno poi essere sostenute attraverso grafiche che individuino alcuni aspetti e/o particolari( il bavero di un cappotto con la stella di David, un berretto militare… la copertina di un libro…)e che diventino simboli del messaggio sotteso alla narrazione filmica ; si possono poi proporre tecniche come il carboncino, il bianco-nero per riprodurre la drammaticità delle situazioni e un uso a spot del colore.
Utilizziamo diversi formati di carta, non solo il classico album da disegno o il foglio A4. Si potrebbe pensare ad un piccolo formato, che ricordi le istantanee della polaroid, per rafforzare l’effetto si possono anche riquadrare, ottenendo la tipica cornice bianca.
Ogni ragazzo sceglierà individualmente cosa rappresentare, fornendo in questo modo una interpretazione ermeneutica di ciò ha ha visto o che che l’ha colpito.
Una volta create le varie istantanee, si potrebbe appenderle, in tal caso sul retro ci potrebbe essere un’altra immagine o parole chiave relative alla raffigurazione.
L’adulto a sua volta potrà optare tra leggere ad alta voce un libro di narrativa o più pagine tratte da libri diversi che consentano di ricostruire il momento storico in modo più completo e ampio .
Dal punto di vista della didattica queste tipologie narrative si ricollegano ad alcuni generi:  il romanzo storico, il diario, la poesia… possono essere perciò una naturale prosecuzione di ciò che si sta facendo in classe.
Il territorio in cui siamo inseriti ci offrirà poi di sostenere attraverso testimonianze storiche l’argomento proposto in classe sia riscoprendo gli edifici che testimoniano la presenza di ebrei nella città sia partecipando a mostre relative.
A Reggio Emilia segnalo la mostra Besa. un codice d’onore, eventi.comune.re.it, presso la sinagoga che prevede l’apertura il giorno 27 gennaio e la sua prosecuzione fino al 4 febbraio: storie vere di albanesi musulmani che salvarono gli ebrei.


Possiamo poi lasciare i nostri ragazzi con un messaggio di speranza, proponendo la realizzazione di un cielo stellato, la stella come simbolo rappresentativo della vittime, preceduta dalla visione di più dipinti a cui ispirarsi:
mosaici ravennati, Van Gogh: Notte stellata sul Rodano, Notte stellata…...Ma anche Picasso, Mirò, Matisse…


Svariate le tecniche adottabili anche a seconda del pittore a cui ci si ispira: acrilici, collage, tecniche miste….
Ad esempio per ottenere un effetto Mirò o Matisse si possono utilizzare fogli di grandi dimensioni (A3) per lo sfondo, rappresentante il cielo. I colori acrilici sono di grande effetto… Si applica poi, una volta asciutto, le stelle disegnate e colorate a pastelli o pennarelli , per un gioco di contrasti,.
Ancora, sempre su di un foglio di grandi dimensioni otteniamo lo sfondo con le tempere normali, mentre con spugnature di acrilico, oppure con  pennellate ben visibili o ancora distribuendo l’acrilico in forme particolari con i rebbi di una forchetta di plastica, completiamo lo sfondo; disegneremo le stelle sempre in acrilico utilizzando stecchini da spiedini come matite…creeremo punti luce applicando materiale di recupero tono su tono il più possibile luminoso: bottoni, mosaici di ceramica...


Oppure… prendiamo la carta velina colorata come sfondo, scegliamo un bel blu notte e puntiamo sulla luminosità incollando punti di luce dorati; carte di vario tipo sul colore giallo o bianco….  stagnola, carte di cioccolatini, metalizzate sono ugualmente indicate.
Lasciamo libera la fantasia nostra e dei nostri ragazzi offrendogli più possibilità di scelta.


LEI


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