COSA LEGGERE? ROALD DAHL, UN NUOVO CLASSICO









Una proposta di lettura:  Roald Dahl un nuovo classico, perchè sceglierlo, ovvero due chiacchiere intorno alla letteratura...


Alcuni anni fa ho condotto presso l’università di Reggio Emilia un laboratorio su Roald Dahl.  
Dahl ha avuto il grande merito di parlare ai propri lettori in modo sincero e diretto, affrontando tematiche delicate che riguardano l’infanzia. Ha tratteggiato senza sconti gli adulti e le istituzioni che circondano i bambini, supportato in questo da un graffiante illustratore, Quentin Blake. Un’accoppiata vincente, veramente unica.
Per parlare di un autore bisogna ovviamente conoscerne le opere , questo è possibile attraverso una serie di attività: lettura dei libri, visione di dvd, film…
Tra i diversi approcci nel laboratorio vi era la lettura di Matilde. Al termine una studentessa obiettava: “perchè presentare ai nostri ragazzi libri in cui la famiglia, l’adulto vengono privati della loro dimensione di sicurezza, della loro naturale funzione protettrice, diventando al contrario causa  dei disagi del protagonista?”
Matilde, infatti,  è una ragazzina inserita  in un contesto famigliare che evidenzia in maniera esponenziale tutti i difetti insiti nella nostra società oggi: i suoi membri sono individualistici, egoisti, superficiali, soggiogati dalla tecnologia… nonchè molto ignoranti (nel significato etimologico del termine).
La sua salvezza sarà proprio nei libri e nella biblioteca in cui si rifugia e nel suo straordinario quoziente intellettivo. Precisando che nelle opere di Dahl ci sono anche  adulti efficaci e salvifici (nello specifico la maestra Dolcemiele si contrappone alla figura della  direttrice Spezzindue), perchè non dovremmo parlare in modo onesto ai nostri ragazzi? Di cosa abbiamo timore?
Fin dalla più tenera età la letteratura si configura come una palestra di vita, un luogo protetto e sicuro che consente di sperimentare paure,  ansie attraverso un gioco di identificazione che permette di leggere in una dimensione fantastica le mille sfaccettature del reale.
La famiglia è spesso al centro dei libri  del nostro autore e gli adulti in genere risultano inaffidabili o incoerenti.
Nel  poetico Danny il campione del mondo  il naturale ruolo di genitore / figlio si trova invertito, Danny diventa il “custode” del padre.
In La fabbrica di cioccolato invece sotto la lente critica del nostro autore sono  i metodi educativi che producono risultati non sempre ottimali: il bambino obeso ghiotto di dolci, la bambina superficiale e capricciosa che vuole tutto e subito,  il bambino teledipendente, la masticatrice instancabile, esempi di fallimenti educativi. Lo stesso Willy Wonka scappa da un’educazione famigliare troppo repressiva. Nella figura di Charlie e nel finale c’è però una riconciliazione con il mondo degli adulti e della famiglia e un messaggio di speranza.

Dahl, che si schiera sempre dalla parte dei bambini, lo  fa scrivendo  storie in cui i piccoli protagonisti diventano i diretti vendicatori di crudeli figure adulte, siano essi nonne (La magica medicina) adulti prepotenti  in genere (Il dito magico) o grotteschi personaggi come in  Gli sporcelli. La stessa Matilde e il suo “terribile sguardo” è tra questi vendicatori-bambini.
I libri di Dahl offrono un vasto repertorio per tematiche tra cui scegliere, con quella coerenza  di fondo di cui si diceva, che fa si che il lieto fine non sia ricercato a tutti i costi. Basti pensare a Le  Streghe in cui il protagonista, sconfitta una terribile orda di streghe che si nascondevano sotto l’egida di una società protettrice dell’infanzia, dopo essere stato trasformato definitivamente in topo, accetta con disincanto la sua sorte. Commovente il finale in cui il ragazzo, orfano dei genitori, confessa alla nonna che tutto sommato è contento di non riuscire a sopravviverle, in quanto topo/bambino.
Non è un caso che il destino del mondo venga posto da Dahl nelle mani di piccoli eroi, ne abbiamo già visti in azione molti.
Il GGG , approdato l’anno scorso anche nelle sale cinematografiche con la regia di Steven Spielberg, vede Sofia, una bambina di nove anni,  diventare suo malgrado la  salvatrice dell’umanità dalle scorribande di orridi giganti cannibali. Il testo, che propone  un’esilarante e delirante lingua parlata dal gigante buono, ci offre l’opportunità di una riflessione anche di tipo metalinguistico. Ricco di giochi di parole, di nonsense, di metafore consente di riflettere sul linguaggio e sulla comunicazione, sperimentandone alcune strutture : similitudini, metafore, ossimori  e così via.
Per associazione di idee mi viene subito in mente un’altra opera snella e divertente Versi perversi, dove le fiabe tradizionali vedono un rovesciamento di ruoli e divertenti intrecci in un’insolita insalata di  fiabe, tutte in rima; anche in questo caso non mancano giochi linguistici similitudini e metafore.
In un recente laboratorio sulla lettura ad alta voce, condotto dall’attrice Flavia de Lucis, è emerso dal confronto tra i partecipanti, come dato di tendenza significativa di questi ultimi cicli di scuola, un impoverimento del lessico posseduto dai nostri ragazzi.
Se l’acquisizione del linguaggio avviene attraverso l’esposizione linguistica del bambino che apprende, come sostengono le teorie del linguaggio di Chomsky, è pur vero che attraverso la lettura possiamo arricchire il nostro lessico. Ne segue quindi un’altra importante annotazione, cerchiamo di offrire ai nostri studenti/figli testi di vario tipo e se siamo noi a leggere per loro azzardiamo anche letture caratterizzate da un lessico ricco.
Libri come questi di Dahl consentono di ragionare sull’importanza delle parole.
In linea di massima queste opere sono adatte ai bambini del secondo ciclo della scuola primaria(dai nove anni) se pensati come lettura autonoma, anche se le indicazioni di lettura sono sempre appunto indicative: dipende dalla sensibilità del ragazzo, dalla sua  competenza nel leggere. Diverso è il discorso se parliamo di un adulto che legge ad alta voce: la mediazione della voce narrante di fatto annulla le barriere legate all’età, soppesando però sempre con grande attenzione  il tema che si vuole proporre.

Ecco  poi alcuni titoli adatti anche ai bambini più piccoli, per una lettura individuale:
Un coccodrillo enorme
James e la pesca gigante
Furbo il signor il volpe
Minipim,  tra gli altri.
E’ possibile inoltre associare queste letture alla visione di alcune pellicole di grande qualità, nell’ottica di avvicinare i ragazzi ai libri attraverso un linguaggio noto e accattivante:
Matilde sei mitica, regia di Danny De Vito, 1996
La fabbrica di cioccolato, regia  di Tim Burton, 2005
IL GGG, regia di Steven Spielberg, 2016
Sarebbe poi un grave errore ignorare Dahl scrittore per adulti: è un autore caustico e irriverente anche quando si rivolge direttamente a noi. Nel racconto Cosciotto di agnello una moglie abbandonata dal marito, lo uccide colpendolo con un cosciotto d’agnello congelato, poi distrugge l’arma del delitto cuocendola prima e offrendola  successivamente agli agenti che stanno indagando sul caso. Il tono ironico e il colpo di scena sono caratteristici dei racconti dei libri che vi  segnalo :

Il meglio di Roald Dahl,  Guanda
Storie impreviste e storie ancora più impreviste, Garzanti

E’ stato anche un raffinato curatore di una raccolta di racconti di fantasmi per la casa editrice Salani,  Il libro delle storie di fantasmi.  Se amate l’horror pervaso dalla dimensione dell’inquietudine, questa raccolta fa per voi.

Per concludere vorrei parlare di un ultimo libro Boy: si tratta di un testo per ragazzi, ma fondamentale per comprendere la produzione letteraria del nostro autore. Infatti, all’interno di queste pagine si trovano episodi autobiografici dell’infanzia di Dahl.

La sua lettura permetterà di capire in chiave critica  la produzione di questo grande scrittore che nella sua visione del mondo fu fortemente influenzato dalle sue esperienze infantili.









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