L'ISOLA CHE NON C'E'


L’isola è un topoi letterario che Alfonso ha cominciato a raccontarci partendo da molto lontano…. a dimostrazione di come appartenga da sempre all’immaginario dell’umanità.
Evoca immediatamente l’idea di avventura e di mistero.

 Sono molto le tipologie che incontriamo nella letteratura e in particolare nella letteratura per ragazzi: L’isola misteriosa,  L’isola del tesoro,  l'isola dPeter Pan , Robinson Crusoe , Il Conte di Montecristo, tra le più famose, ma oggi ne vedremo molte altre ancora… partendo tuttavia da un approccio di tipo laboratoriale.

             Questo post si configura infatti come un workshop, associato ad una serie di proposte bibliografiche che ho pensato di offrirvi attraverso le copertine dei testi consigliati.
          Chi ha già avuto occasione di leggere i post di questo tipo, precedentemente pubblicati, si accorgerà di una metodologia di lavoro in continuità; la ripetizione consente da un lato di rassicurare e creare aspettative nei ragazzi e allo stesso tempo , proprio per questo, li rende più autonomi, capaci di muoversi in uno spazio diverso ma in qualche modo già conosciuto.
         Le linee di lavoro che verranno successivamente delineate possono essere prospettate con le opportune modifiche nei tre ordini di scuola: infanzia, primaria, media.
Gli elementi di differenziazione dipendono dalle competenze acquisite dai ragazzi che li renderanno progressivamente sempre più autonomi nell’attività, naturalmente diverse anche le proposte bibliografiche.
             Tuttavia stavolta partiamo con un approccio leggermente alternativo: come prima fase offriamo alcuni titoli di libri che evochino nei ragazzi suggestioni; affinchè la proposta sia efficace i titoli devono essere il più possibile sconosciuti; da qui l’idea di partire da un percorso a rovescio, rispetto a quello prospettato da Alfonso, partiamo cioè dalla produzione più recente , eccone alcuni esempi.


PER I PIU' PICCOLI    




















Pinin Carpi,PAUL KLEE L'isola dei quadrati magici, Vallardi

       Mostriamo dapprima solo la copertina leggendogli il titolo e chiedendo loro di immaginarsi queste isole speciali: l’adulto registra le loro ipotesi che verranno poi concretamente realizzate in varie  modalità successivamente, grafiche ma anche produzioni tridimensionali. Molte le tecniche che si possono utilizzare strettamente legate anche alle caratteristiche dell’isola stessa, ma di queste parleremo in modo più approfondito nel prossimo post.
     In un secondo momento, senza leggere loro il testo,  mostreremo poi le immagini della storia. Le illustrazioni molto spesso evocano una narrazione dentro la narrazione, sarà interessante scoprire i molti intrecci che vi si nascondono.
Si può pensare di lavorare a piccolo gruppo (max 2/3 bambini) o addirittura individualmente; l’adulto registra la narrazione in modo coerente e puntuale così da ottenere un récit-brut, un testo originale e non alterato nella sua forma linguistica. 
Si deve anche decidere se si vuole lavorare  su un unico libro oppure su più testi diversi per ogni gruppo.
Arrivati a questo punto leggeremo sia le storie realizzate dai diversi gruppi, sia le storie originali .

        Nella fase successiva possiamo poi proporre ulteriori narrazioni che abbiano per soggetto l’isola e che consentano di creare una vera e propria galleria di immagini; anche attraverso produzioni grafiche. Quando l’adulto legge per i più piccoli si può permettere di scegliere storie anche più complesse, o abstract di alcune opere .




ALCUNI TITOLI

L'isola del nonno, di Benji Davis, EDT Giralangolo;

L'isola dei giocattoli perduti, CynthiaVoigt, Giunti

Nell’ultima fase si lascerà libera la fantasia dei bambini chiedendo loro di descrivere e immaginare le loro isole ideali: parole e immagini accompagneranno le loro produzioni.

PER I PIU’ GRANDI

ALCUNI TITOLI


L'ISOLA DI FUOCO             L'ISOLA DEL TEMPO PERSO

di             Emilio Salgari                                           di Silvana Gandolfi

L'ISOLA DEI LIBRI PERDUTI       L'ISOLA

di Annalisa Strada                                                                     di Alessandro Baricco

         Anche per questi ragazzi il primo momento nasce dal gioco dell’anticipazione, si propongono storie recenti e attuali possibilmente poco note. Si diranno loro i titoli e si chiederà di immaginare le caratteristiche dell’isola, associandola a diverse modalità di rappresentazione. Il lavoro di piccolo gruppo risulta molto efficace: consente il confronto e una reciproca sollecitazione.
Successivamente intorno alle isole create si chiederà di inventare delle trame narrative. 


Nel frattempo l’adulto legge ad alta voce L’Odissea, che come sappiamo è una storia di avventure di mare e di incontri anche su isole sconosciute. Sono molte le edizioni tra cui scegliere, illustrate con grande maestria, ma proporrei inoltre stralci dell’opera originale per porre in evidenza che si tratta di un poema.
         La tappa ulteriore vede un’indagine relativa alle conoscenze pregresse che i ragazzi hanno sulle tipologie di isole che hanno incontrato all’interno dei libri da loro letti.
Partendo, quindi, da quanto emerso e ampliando con ulteriori testi si attiverà un prestito bibliotecario in classe, che comprenderà ovviamente anche i titoli proposti nella prima fase laboratoriale. Inizialmente saranno i più scelti spinti dalla curiosità di individuare somiglianze e differenze con le  loro narrazioni. Si cercherà quindi di offrire opere che affrontino un panorama per quanto possibile vario e ampio sull'argomento.




  













Enrique Fernandez, L'isola senza sorriso,  Tunuè 

Sebestiano Ruiz Mignone, L'isola del faro, Einaudi

Corinna Boman, L'isola delle farfalle, Giunti

Roberto Piumini, Motu-iti, l'isola dei gabbiani, Einaudi

Astrid Lindgren, Vacanza all'isola dei gabbiani, Salani


  Quando il prestito sarà avviato da un po’ di tempo si potrà proporre questa ulteriore attività: creare una classificazione delle varie tipologie di terre insulari  incontrate.
Anche in questa fase si lavorerà in gruppo. 
La classificazione, potrebbe prevedere una descrizione in rima baciata associata ad una grafica della stessa, soprattutto se nella lettura ad alta voce si è dato spazio alla dimensione poetica del racconto omerico.
Anche in questo caso l’ultima fase lascerà libero spazio alla fantasia: prendendo proprio spunto dal libro letto in classe, L’Odissea, e utilizzando le isole incontrate nelle varie letture si chiederà loro di narrare l’avventura di un novello Ulisse.

PER UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE

Viaggio nell'isola misteriosa, regia di Brad Peyton, 2012
Edoardo Bennato L'isola che non c'è
Enrico Ruggeri, Peter Pan

PER I RAGAZZI
Per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado,  il partire dall'Odissea con gli approfondimenti legati al tema dell'isola consente una ricaduta immediata sulla didattica quotidiana; le tappe potrebbero sostanzialmente ricalcare quelle delineate precedentemente; i libri proposti sono comunque validi,  il percorso è di fatto pensato per classi del secondo ciclo della scuola primaria; così come è possibile individuarne ulteriormente altri in base agli aspetti che si vogliono toccare.

Infatti anche in questo caso la bibliografia  non è esaustiva, ma frutto di un gusto personale e di uno specifico percorso.

Come per tutti i workshop precedenti è possibile avere una bibliografia più ampia iscrivendosi al blog.

A presto e buon lavoro
LEI

STORIE DI ISOLE, SOGNI ED INCUBI DI CARTA (parte I)

    C'è un luogo che è stato ed è spesso al centro della fantasia degli artisti di ogni tipo, fin dalle origini della parola scritta ed è l'Isola.  Il mondo dell'arte è pieno di isole, vere o inventate, che riflettono il sogno, un luogo ideale di pace e serenità, il rifugio dell'eroe oppure all'estremo opposto l'idea di un esilio, una punizione severa, il delirio di onnipotenza.

     Su questo binario un po' inquietante si muovono sia storie su isole reali che storie di isole inventate. una delle isole esistenti più citate nell'antichità è naturalmente Itaca, regno di Ulisse e teatro del suo sanguinoso ritorno. Per rimanere "in zona", a pochi metri troviamo Zante, luogo di nascita di Ugo Foscolo, immortalata nel sonetto a lei dedicata: entrambe le isole greche, pur reali e tangibili assumono i contorni del sogno, di un luogo ideale di pace. A concludere il trittico della categoria "patria di artisti ed eroi" non poteva mancare Caprera, buen retiro dell'eroe nazionale per eccellenza Giuseppe Garibaldi, oggi museo che parla molto del carattere di quest'uomo che ancora oggi suscita sentimenti contrastanti e giudizi spesso diametralmente opposti.

   Sul binario "oscuro" invece troviamo isole che sono diventate sinonimo di prigione, esilio, confino, quasi sempre tristemente famose: Elba e Sant'Elena prime fra tutte, luoghi di esilio di Napoleone Bonaparte; ma non sono da dimenticare nell'era contemporanea Ponza e Ventotene, isole del confino fascista da un lato ma che hanno anche visto germogliare le idee ed i valori che oggi sono diventati la Comunità Europea. Chiudiamo con un'altra isola che è entrata nel dizionario come sinonimo di prigione da cui è (quasi) impossibile evadere: sopratutto i film hanno sfruttato questa "location" emblematica fra i quali citiamo il super famoso "Fuga da Alcatraz" (1979) di Don Siegel, con Clint Eastwood e l'apocalittico "Codice Genesi" (2010) dei fratelli Hughes con Denzel Washington e Gary Oldman.

   Se passiamo alle isole più propriamente letterarie ed inventate troveremo una miriade di titoli: abbiamo deciso di limitarci a quelli che ci sembrano più significativi ordinati cronologicamente.

    Il primo posto spetta senza dubbio al grande Platone (IV secolo a.C.), che nel "Timeo" ci parla di Atlantide, magnifica isola che verrà poi interpretata come prototipo di società ideale, "estinta" a causa di una catastrofe naturale.

    Facciamo un saltino di qualche migliaio di anni ed atterriamo nell'isola che salvò la vita all'avventuriero Robinson Crusoe (1719), l'homo faber del settecento, creatura del vulcanico inglese Daniel Defoe, imprenditore, iconoclasta, oppositore religioso, "panflettaro", giornalista e grande romanziere. Un libro che affascina ancora oggi grandi e piccoli non può non essere un capolavoro assoluto. L'isola è buona, ricca di risorse: sono gli uomini i cattivi.

    Dall'altra parte dell'Atlantico poco più di cento anni dopo (1843) appare il racconto di un uomo misterioso che ha creato le basi della moderna letteratura dell'orrore ed al contempo ha creato una delle prime figure di Investigatore: andate a leggervi di corsa "Lo scarabeo d'oro" di Edgar Allan Poe. Sull'isola di Sullivan, Carolina del Sud, mistero, scienza, ironia, affabulazione si condensano in un racconto che non smette di stupire ed affascinare. L'isola è lo scrigno, un enorme tela che nasconde un enigma.

   Al gradino successivo, nel 1874 troviamo un altro autore a dir poco leggendario, per molti il fondatore della scienze fiction, per altri un visionario capace di intuizioni geniali verso il futuro: in ogni caso è uno dei paradisi dei lettori del fantastico: Jules Verne. In questo anno viene pubblicato a puntate su una rivista "L'isola misteriosa", che conclude una sorta di trilogia iniziata con "I figli del capitano Grant" e proseguita con "Ventimila leghe sotto i mari". Il luogo è misterioso, naturalmente e nasconde gelosamente un segreto che è uno dei più grandi colpi di scena.... chi se lo ricorda? 

   Passano meno di dieci anni, ed uno scrittore la cui lettura Borges definì "una delle forme della felicità", Robert Louis Stevenson, con la sua "Isola del Tesoro" scrive il suo primo successo. E qui ogni commento è superfluo, direi. L'isola è il teatro di un passaggio dalla fanciullezza  all'età adulta per il protagonista delle vicende narrate, ma attorno a lui si dipana un intreccio che è uno dei più grandi godimenti letterari della storia, che ha sfidato i secoli fino ai giorni nostri.

   Ma il 1883 non ci regala solo uno strepitoso Stevenson: in questo anno letterariamente fortunato vede la luce "Le tigri di Mompracem". Salgari, armato solo di un atlante e della sua straripante fantasia ci regala uno dei personaggi più cari per i bambini della mia età, che lo conobbero nello sceneggiato di Sergio Sollima del 1976, imperniato sulla barba di Kabir Bedi, la bellezza di Carole André, la faccia da schiaffi di Philippe Leroy e la cattiveria monumentale di Adolfo Celi, rispetto al quale Darth Vader sembra uno scolaretto delle Suore dell'Immacolata.... Qui l'isola è il rifugio dell'eroe, il simbolo della libertà contro l'oppressore, un rifugio che viene violato ma non domato.... 

     Ancora un altro salto; siamo nel 1897 ed H.G. Wells fa fare un salto di qualità alla fantascienza: i sogni di progresso e di macchine ed imprese meravigliose lascia il posto ad altrettanto profetiche visioni  di potere e di deviazione morale. Esce "L'isola del dottor Moreau", dove prendono forma i peggiori incubi. Qualcuno vuole creare nuovi esseri viventi, artificiali, unendo elementi umani ed animali. E' il fantasma di un Mengele che non è ancora nato ad abitare queste pagine. Da leggere, assolutamente.

Finisce qui la prima parte del post.... Abbiamo ancora un centinaio di anni da attraversare.
Alla prossima!

LUI 





    


BUON COMPLEANNO FRANKENSTEIN




Tra le “ragazzacce” della letteratura possiamo certamente annoverare Mary Shelley autrice di un capolavoro che in questi giorni compie 200 anni: Frankeinstein.

         Ma la stessa vita di Mary Shelley fa di lei una ribelle, come ben rappresentato dal film, “Mary Shelley" , regia di Haifaa Al Mansour, 2017: figlia di Mary Wollstonecraft, che può essere considerata un'antesignana del femminismo inglese, vive la sua infanzia in un nucleo famigliare allargato e giovanissima fugge con il poeta Shelley che per lei abbandona moglie e figli.





All’età di solo 19 anni, 11 marzo 2018, Mary Shelley pubblica in forma anonima il romanzo che segna una rottura nella letteratura e che ne diviene una pietra miliare: sia che venga considerato come il primo libro di fantascienza della storia o espressione di una nuova forma di horror, che supera le atmosfere strettamente gotiche dell'epoca.

L’opera, che nasce in una piovosa estate del 1816, come sfida o gioco tra Shelley poeta, il medico Polidori, Lord Byron e Mary stessa, era stata certamente influenzata dalle discussioni a carattere scientifico di quei giorni su Erasmus Darwin , nonno del più celebre Charles Darwin, e gli esperimenti sull’elettricità di Galvani condotti su animali morti.
Per inciso Polidori crea un racconto Il vampiro che sarà di ispirazione al più famoso Dracula di Bram Stoker.
Nel documentarmi per la stesura del post sono riuscita ad avere un’unica certezza Frankenstein è un classico immortale, un romanzo da cui non si può prescindere se si parla di horror e/o di fantascienza.

D’altra parte definire  cosa significa horror è impresa ardua da risolvere, così ci dice Gian Filippo Pizzo, il curatore della Guida alla letteratura Horror, uscita per l'editore Odoya nel 2014, ma si può giungere ad una prima provvisoria  conclusione :

“Quello che conta è che ci sia un personaggio o un avvenimento che provoca terrore (e dunque panico, angoscia, anche disgusto) (...): L'orrore può nascere dall'immaginazione o dalla realtà, ma quel che conta è che ci sia, e sia alla base della narrazione".
(Panorama, 17 ottobre 2014)

Ci sono poi in particolare opere narrative di difficile collocazione che non si lasciano imbrigliare in schemi predefiniti. Le discussioni più animate tra me e Alfonso sono proprio inerenti a questa tematica.

Ma torniamo al romanzo  che al suo esordio è stato accolto con grande  favore, un grandioso successo  duraturo nel tempo come le riedizioni e i successivi rifacimenti confermano. 

Al suo interno troviamo numerosi nuclei  tematici:

la diversità, poiché  Frankenstein è il diverso per eccellenza e rimanda all’idea di fiera da baraccone (freaks) di cui si parlava nel post precedente, con una sostanziale diversità, Frankenstein è opera dell’uomo, un essere artificiale, realizzato dalla dissezione prima e dall’unione poi di pezzi di svariati cadaveri e non frutto della casualità genetica;

strettamente connesso a questo tema c’è il tema della creazione , del valore della vita che rimanda ai dubbi quanto mai attuali dell’ingegneria genetica da un lato, e dall’eutanasia dall’altro;


ma viene anche trattato il tema dell’educazione e del ruolo svolto dalla società e dalla cultura nella formazione dell’individuo, in cui si possono scorgere il pensiero di Rousseau, inteso come uomo selvaggio che si autoforma, e l’idea di tabula rasa di Locke.

 Argomenti , a ben vedere, di estrema attualità ancora oggi.


UNA PRECISAZIONE : Frankenstein è il nome del dottore che crea l'essere mostruoso; nel libro il protagonista è semplicemente definito mostro o anche creatura, mentre l'immaginario successivo l'ha da sempre associato ad esso.





INFINE UNA CONSIDERAZIONE: l'opera non sarebbe ciò che è se non fosse stata scritta da una mano femminile, c'è infatti una forte introspezione, una disperata malinconia che pervade le pagine.


Come avete potuto notare questo post rimanda ad altri pubblicati precedentemente, Time's up, La diversità conquista lo schermo, in primis, Si tratta di un approccio ermeneutico alla letteratura coniato da Antonio Faeti, primo cattedratico di Letteratura per l'Infanzia in Italia. Questa idea ricollega ogni opera esaminata all'immaginario collettivo in senso lato: letteratura, cinema, contesto socio-culturale e così via; ogni testo sembra perciò disegnare  una rete infinita di collegamenti e rimandi.

E voglio proprio lasciarvi con le parole che Antonio Faeti scrive  nella postfazione del romanzo Frankenstein, Edito dalla casa editrice Fabbri, nella collana da lui diretta,  I Delfini:

“Frankenstein è un grande libro, e va letto prontamente, da ragazzi, da giovanissimi. Occorre che i suoi temi ci entrino nell’animo prima che si può. L’invenzione di Mary Shelley, quando è ben compresa, è salvifica.”






Naturalmente non abbiamo esaurito tutti gli argomenti legati a questa straordinaria scrittrice e alla sua opera più famosa, molto altro andrebbe detto e analizzato: si sarebbe potuto parlare delle diversità tra la prima edizione del 1818 e la successiva del 1831, del rapporto tra la scrittrice e la sua creatura, delle numerose trasposizioni cinematografiche e delle differenze con l'opera originale, dell'inedito romanzo da poco pubblicato  in Italia da Credits Corriere della Sera, Il segreto di Mister Falkner.














Ho preferito invece dar voce al libro stesso, Frankenstein , attraverso la suggestione delle immagini di copertina , così a seguire troverete indicazioni bibliografiche  per tutte le età e tutti i gusti.

PER I PIU' PICCOLI: una storia a pop up, a cura di Agnese Baruzzi.

UN ATLANTE DEL CORPO UMANO: testi Jennifer Adams, illustrazioni Alison Oliver, Wkids.





FRANKESTEIN PER I PIU' GRANDICELLI


Battello a vapore
Frankenstein - Baccalario/Pota | Edizioni EL | 9788847733015


 Einaudi Ed.  
















Fabbri Editori, collana i I Delfini
(dai dodici anni)












Non mancano trasposizioni a fumetti

Allora Buon Compleanno Frankenstein e duecento di questi giorni!

LEI


LA VERSIONE DELL'EROE



Dopo il post sul "Furioso" non mi si è ancora spenta la voglia di parlare dei classici, quindi torniamo "a bestia" sul tema grazie ad un libro che troviamo già nella nostra libreria "Tusitala" da un po' di tempo; un libro che può darci un criterio e la motivazione giusta per avvicinarci, in qualsiasi modo, ad un classico: "Perchè leggere i classici" di Italo Calvino, Mondadori. In realtà si tratta di una raccolta di saggi del grande scrittore italiano, in cui si parte dalla ricerca di una definizione efficace di "classico", per poi soffermarsi anche sulle ragioni dell'importanza e della necessità non solo della sua lettura ma sopratutto della sua ri-lettura.

"Tendenzialmente sono un lettore onnivoro e per di più tra i miei lavori professionali c'è anche quello di lettore editoriale. Ma cerco di salvare più tempo che posso per letture disinteressate, per gli autori che mi piacciono, ricchi di sostanza poetica, il vero alimento in cui credo."
(Dall'Introduzione)

In questa parte del libro la risposta al quesito posto dal titolo non mancherà di sorprendere il lettore, ma questo sarà solo l'inizio. A seguire infatti sfilerà una sorta di "playlist" che comprende i testi e/o gli autori preferiti da Calvino, esaminati uno ad uno. Troveremo quindi dei titoli noti alla maggior parte di noi, come Odissea, Orlando Furioso o Robinson Crusoe; ed autori altrettanto famosi come Tolstoj, Dickens, Flaubert, Stevenson e Twain, ma spiccano anche nomi meno conosciuti al grande pubblico, come Gerolamo Cardano, Joanot Martorell col suo "Tirant lo Blanc" o Giammaria Ortes.
In definitiva si tratta di un libro che apre le porte a centinaia di altri libri, innesca curiosità e ricerche di testi conosciuti e non, un libro che va assecondato subito prima che diventi troppo ingombrante!
Allora, prima che avvenga l'irreparabile e si moltiplichino le suggestioni fino a diventare ingestibili cogliamo al volo il primo (implicito) suggerimento di Calvino e ci dirigiamo senza paura su Omero, un Omero ringiovanito reso più "palatabile" grazie ad una preziosa operazione di Alessandro Baricco, nata pensando che "sarebbe stato bello leggere in pubblico, per ore, tutta l'Iliade". Questa, in sintesi la genesi di "Omero, Iliade", Feltrinelli. 
Baricco, sorretto da un intento davvero meritorio, opera una specie di editing per i lettori del secondo Millennio, intervenendo con tagli e piccole aggiunte su una preesistente traduzione in prosa italiana del capolavoro di Omero ad opera di Maria Grazia Ciani, edita da Marsilio. 
Come spiega lo stesso Baricco nell'introduzione i suoi interventi sono stati di quattro tipi:
- eliminare gli interventi degli Dei;
- accentuare l'evoluzione lessicale e stilistica verso un linguaggio il più moderno possibile, cosa già presente nella traduzione di riferimento;
- narrazione dei fatti in soggettiva, ossia è semrpe un personaggio specifico che racconta un dato episodio;
- alcune aggiunte, non invasive, al testo, per dare conto di un "finale", la presa di Ilio, che nell'originale omerico in realtà non viene narrata.
Il risultato è un racconto molto più "umano", laico e credibile, funzionale rispetto all'obiettivo di riportare la narrazione omerica fra la gente comune senza ossessioni filologiche o didattiche fuoro luogo nel contesto di una lettura pubblica, e che invece possono essere stimolate proprio da un'opera del genere.


Una considerazione prima di concludere.
Alessandro Baricco dedica una postilla di ben sette pagine ad una considerazione doverosa: lo scrittore torinese ha in sostanza dubitato dell'opportunità di scrivere questo libro in un'epoca come questa, di guerre quotidianamente riversate sui nostri teleschermi (Papa Francesco direbbe di Terza Guerra Mondiale Globalizzata): . In primo luogo spiega l'inclinazione del testo omerico a raccontare le ragioni dei vinti, a sottolineare la lentezza con cui si giunge allo scontro brutale, come un ritardo che dà un'ultima possibilità alla pace. In secondo luogo ammette onestamente che i racconti di guerra, violenza, atti eroici, brutalità hanno da sempre attratto l'uomo per la loro particolare "bellezza". Riconoscere e considerare seriamente questo aspetto senza ipocrisia è l'unico punto di partenza per "capire che solo quando saremo capaci di «un'altra» bellezza potremo fare a meno di quella che la guerra ci offre. Costruire un'altra bellezza è forse l'unica strada verso una pace vera".
Direi che questo è il giusto orientamento per leggere (o ri-leggere) un classico come l'Iliade.
Ultima segnalazione riguarda un libro non recente di Edoardo De Crescenzo, "Elena, Elena amore mio", che è una sorta di narrazione collaterale all'Iliade. La cosa che ho trovato interessante, al di là della leggerezza del testo, è la visione molto umana, degli eroi, che qui vengono visti in modo molto più realistico e contemporaneo, a volte come killer assetati di sangue a volte come guerrieri loro malgrado. Uno sguardo diverso, divertito sugli eroi da parte di un eroe minore, che combatte una sua personale battaglia per ritrovare il proprio padre.
Chiudo qui, rimandando al richiamo nella colonna qui di fianco per i libri citati presenti nella nostra libreria on line e augurandovi un buon week con ottime letture!

LUI  


LA DIVERSITA’ CONQUISTA LO SCHERMO….


Risultati immagini per la forma dell'acqua - the shape of water
L’Oscar 2018 come miglior film va alla surreale storia d’amore La forma dell’acqua del regista Guillermo Del Toro. Sotto le luci della  ribalta la diversità viene rappresentata sotto varie angolazioni: espressione dei diritti civili, quella impersonata dalla afroamericana Zelda e da Giles vicino di casa omosessuale, mentre sono espressione di una diversità fisica Elisa, giovane donna muta, e ovviamente il diverso per eccellenza, l’altro da noi, la creatura anfibia. Il film ci racconta di un amore tra due esclusi sullo sfondo della guerra fredda, in un contrasto, così tipico del regista, tra cruda realtà storica e dimensione fantastica.
Già vincitore del Leone d’oro, Il film fa man bassa di Oscar: miglior film, migliore regia, migliore colonna sonora, migliore scenografia.
            Del Toro aveva già precedentemente trattato il tema della diversità in un’altra pellicola Hellboy Golden Army (2008), sequel del primo Hellboy (2004): qui il diavolo rosso, insieme alla sua compagna pirotecnica Liz Sherman, Abe, l’uomo pesce, e il nuovo entrato Johan Krauss, entità ectoplasmatica, si vedono costretti ad arginare il desiderio di vendetta e riconquista di un principe del regno della fantasia, senza reaame, costretto a vivere nel sottosuolo, dopo la sconfitta subita dal suo popolo da parte degli umani. In realtà Hellboy stesso e i suoi compagni sono dei segregati, in quanto diversi, infatti potrebbero turbare con le loro strabilianti abilità il genere umano. E proprio una delle costanti della pellicola è la ricerca di rompere questo muro dell’invisibilità da pare del diavolo rosso.
            La saga, che si ispira all’omonimo personaggio dei fumetti creato da Mike Mignola 1993, ha le tinte cupe del fumetto stesso, ma, non mancano momenti esilaranti e goliardici e un finale aperto segnato dalla conquista della libertà da parte dei nostri eroi.
C’è un saggio interessante di Liesle Fielder, Freaks, che ha per soggetto il rapporto tra diverso e normodato, il testo attua una disanima dell’attrazione che il diverso ha sull’uomo, in un sentimento distopico di attrazione e repulsione, fascino e paura, perché nell’umanità che si scorge nel mostro si ritrova un pezzetto di ognuno di noi. Il volume propone un percorso sociologico, ma anche storico e letterario di questa figura.
            Freaks letteralmente significa scherzi della natura, e il saggio prende appunto l’avvio proprio dal film del 1932 portante l’omonimo titolo di Tod Browning.

Nel museo della mia città c’è sempre stato e tuttora c’è, ma più nascosta e discreta, una sezione scientifica dedicata agli scherzi di natura: enormi vasi in vetro pieni di formaldeide, che assume sotto la luce dei neon una particolare colorazione gialla, e dentro feti siamesi di bambini o ovini, animali deformi… Fanno parte della collezione scientifica Spallanzani.
Il percorso incominciava dagli animali imbalsamati di ogni specie e si  arrivava alla fine alle bacheche “degli orrori” tra curiosità e raccapriccio, ma forse anche sollievo per essere altro da loro. Di questo rapporto conflittuale troviamo traccia anche nella musica.
La canzone La donna cannone di De Gregori ci parla della percezione che il diverso ha di sé attraverso lo sguardo del normodotato. Il coraggio di abbandonare un mondo, che se da un lato lo segrega e sfrutta, dall’altro lo accetta e protegge per ciò che è, per inseguire un amore proibito. Si tratta di un testo musicale nato prendendo ispirazione da un fatto di cronaca di inizio novecento: il mondo circense era rimasto senza la sua attrazione principale fuggita per inseguire un amore

La filmografia sulla diversità è ricca e varia. Si possono sostanzialmente evidenziare due percorsi: uno che pone in evidenza la diversità come espressione di una menomazione fisica, l’altra che si occupa di una disabilità mentale.

TheElephantManposter.jpgThe elephant man (Regia di David Linch con Anne Bancroft, Anthony Hopkins, John Hurt, Granbretagna 1980)

Esempio tipico dei freaks e della considerazione da sempre riservata al diverso: un uomo, un essere mostruoso, viene esibito come fiera da baraccone. Liberato successivamente morirà serenamente dopo aver ricevuto gli onori dai reali di Inghilterra.
(4 nominations al Golden Globes 8 nominations agli Oscar)
La cosa forse più sconvolgente è che si tratta ancora una volta di un film ispirato ad una storia vera.

Il mio piede sinistro
(regia di Jim Sheridan 1989 con Daniel Lay-Lewis nel ruolo di protagonista)
Storia della lotta di un bambino celebroleso per conquistare una sua normalità di vita. Il suo piede sinistro diventerà il mezzo attraverso il quale comunicare con il mondo. Una battaglia difficile ma premiata dalle mete raggiunte, diventerà un pittore  e uno scrittore affermato, espressione del motto “volere è potere”.
Candidato a 5 premi Oscar di cui uno vinto da Day-Lewis come miglior attore protagonista.


L’uomo senza volto
(regia di Mel Gibson anche interprete principale, USA 1993)

Storia di un’amicizia improbabile tra un uomo sfigurato, Mcleod, in seguito ad un gravissimo incidente e un giovane, Charles,  che ha difficoltà a scuola. L’uomo un ex-professore aiuterà il ragazzo, ritenuto cognitivamente poco dotato, a superare le proprie difficoltà e a raggiungere un impensato successo scolastico.



Quasi amici
(Regia di  Olivier Nakache e Erik Toledano Francia 2011)

Quasi amiciIl protagonista, Philippe, ricco parigino, divenuto paraplegico in seguito ad un incidente con il parapendio assume un ex-detenuto, Driss senegalese proveniente dalle banlieu come badante.
Sebbene un mondo culturale e sociale li divida i due uomini troveranno nel loro improbabile rapporto un reciproco aiuto e nascerà una grande amicizia.








Ma non solo la diversità fisica è oggetto della passata e più recente filmografia.

Rain Man
(regia di Barry Levinson, interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman, Usa 1988)

Nel film si parla di autismo, anche se in realtà il regista si ispirò alla storia vera di un uomo, Peek, affetto dalla “sindrome dell’idiota sapiente”, che a disfunzioni banali, come ad esempio non sapersi allacciare in modo autonomo le scarpe, si associano grandi capacità intellettive come la memorizzazione o il calcolo mentale .
La storia  ha per protagonisti i due fratelli Babbit separati ad un certo punto della loro infanzia con l’aggravarsi delle condizioni di salute di Raymond. L’incontro da adulti diventa occasione di confronto con la propria storia passata e con il proprio presente da parte di Charles, che trova nel suo riavvicinamento a Raymond, un’occasione di recupero e di riscatto della propria esistenza anaffettiva e sterile.
Vincitore di quattro premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura e miglior attore protagonista, l’impareggiabile Dustin Hoffman.


Tom Hanks in Forrest Gump (1994)Forrest Gump
(regia di Robert Zemeckis, Usa 1994, protagonista Tom Hanks)
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo il film racconta della vita e delle difficoltà di un uomo cognitivamente ritardato e nel farlo ripercorre trent’anni di storia Americana. Afflitto da problemi fisici e mentali il giovane Forrest è accettato solo dalla madre che lotta per fargli avere un’esistenza accettabile e dalla giovane amica Jenny, di cui è innamorato ma che invece lo considera solo un fratello.
Vincitore di sei premi Oscar tra cui; miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore protagonista.




Ragazze interrotte
(regia di James Mangold sa 1994 con Winona Ryder e Angelina Jolie tra le altre..)

Il film parla di comportamenti e personalità borderline e consente una riflessione su ciò che significa normalità. Ispirato all’omonimo romanzo ha l’indubbio merito di parlare di diverse tematiche: la sociopatia, i disturbi alimentari, l’autolesionismo tra gli altri.
Angelina Jolie ottenne l’Oscar per la sua interpretazione come miglior attrice non protagonista.

                          Anche per i ragazzi abbiamo svariate pellicole che parlano della diversità, molte tratte da libri di narrativa.
E’ soprattutto la diversità fisica che viene prevalentemente considerata.


Edward mani di forbicePartiamo con un regista che personalmente amo molto Tim Burton e il suo Edward mani di forbice
(Regia di Tim Burton Usa 1990 protagonista Johnny Depp)

Il film segna la proficua collaborazione artistica con Johnny Depp che novello Fraikenstein si trova incompiuto, il suo creatore è morto prima di poterlo dotare di mani, gli rimangono le affilate dita di forbice. Così in un surreale mondo anni settanta Edward precipita a portare scompiglio.
Sebbene il film abbia quasi ventanni rimane una bella favola quanto mai attuale e moderna sulla diversità e sulla sua accettazione, “Non lasciare che ti diano dell’handicappato”, così gli dirà un pensionato al protagonista..



La bella e la bestia 
(Regia di Gary Trousdale e Kirk Wise,Walt Disney Usa 1991)

Si tratta di un adattamento della celebre fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. La diversità è rappresentata dalla ferinità della bestia, che nasconde al suo interno un principe punito per la sua vanità e insensibilità.
Esaltazione della bellezza interiore, solo chi lo amerà per ciò che è e non per ciò che appare potrà spezzare l’incantesimo e restituire al principe le sue originarie fattezze.

Il gobbo di Notre Dame 
(Regia di Gary Trousdale e Kirk Wise,Walt Disney Usa 1996)
Ispirata all’omonimo libro di Victor Hugo, Notre.Dame de Paris, è forse una delle opere più cupe della Disney che in essa affronta non solo il tema della diversità ma quello dell’infanticidio, della lussuria, della dannazione, del genocidio e del peccato.
Il film è incentrato sulla figura di Quasimodo, campanaro deforme della Cattedrale parigina, che cerca in tutti i modi l’accettazione sociale.

 La bella e la bestia
(Regia di Bill Condon Usa 2017)

Il film mantiene sostanzialmente inalterata la precedente versione a cartone animati se si fa eccezione dell’introduzione nell’aiutante di Gastone del tema dell’omosessualità, che ha destato molto scalpore.
Si tratta di un'operazione sulla falsariga di Alice in wonderland: trasposizione filmica della fiaba animata.

bambino mano nella mano con mamma e papàInfine il recentissimo Wonder
(Regia di Stephen Chbosky,Usa 2017, protagonisti Jacob Trambley, Julia Roberts, Owen Wilson)

Ispirato all’omonimo romanzo di R.J. Palacio parla di un ragazzino affetto da una rara malattia che gli rende il viso deforme, il film racconta del suo ingresso scolastico delle sue paure, delle difficoltà che si trova ad affrontare.

Come in tutte le cose anche per questo post si sono dovute effettuare delle scelte. Ciò che mi ha spinto a decidere per  una pellicola piuttosto che un’altra è dipeso da alcuni aspetti: il percorso che avevo in mente, un mio gusto personale, la qualità delle stesse.


Se siete appassionati di cinema e avete voglia di approfondire l’argomento potrebbero interessarvi i seguenti libri :
Il farinotti 2018, dizionario di tutti i film, Newton Copton Editori
Fernando di Giammatteo, Dizionario dei capolavori del cinema, Bruno Mondadori edizioni
F. Bianchi. L. Puccini, Dizionario del cinema per ragazzi, ETS Edizioni
Stefano Sguinzi, Dal cuore alla mente, Edizioni Albatros Il filo

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