TIME’S UP

     C’eravamo lasciati nel post precedente con una riflessione aperta sul libro Bambine ribelli 2: il libro propone biografie di donne contemporanee che hanno fatto la differenza ognuna nel proprio campo.
     A quarant’anni dai movimenti sessantottini è davvero ancora necessario parlare di differenza di genere?
     Lo scandalo del Grande Molestatore nonché produttore Harvey Weinstein, che ha travolto lo star system hollywoodiano, la forza del movimento Time’s up nato come reazione allo scandalo stesso, i dati relativi alle posizioni di potere occupate dalle donne, la cronaca quotidiana dei femminicidi, la necessità di parlare di  quote rosa in ambito politico e sbandierarle a gran voce,  tutto questo ci fa dire che la risposta è "ahimè sì!".
     Allora ben vengano libri come Bambine ribelli 2 se ci consentono di offrire un’idea di donna e femminilità diversa e distante da quelle che il mondo dei mass media, televisione, pubblicità in primis ci propone.
     Non è ovviamente l’unico libro che ci parla di donne del presente o del passato che con la loro personalità o il loro lavoro hanno cambiato o provato a cambiare lo stato delle cose. Ricordo tra i molti, per i più piccoli:
Virginia Wolf, la bambina con il lupo dentro, traduzione di Beatrice Masini, Rizzoli 2014;

Lei, Vivian Maier, autore Cinzia Ghigliano, Orecchio Acerbo,2016
Frida, di  Pèrez Sebestian e  Benjamin Lacombe, Rizzoli, Marzo 2017
Coco Chanel, autore Maria Isabel Sanchez Vegara, Fabbri Ed., 2017





     Lo stesso film The post, regia di Steven Spielberg, con Tom Hanks a Meryl Streep, anno 2017, nel rivendicare il diritto di cronaca e la libertà di informazione, mette in luce la figura di Kay Graham prima donna alla guida della prestigiosa testata "The Washington Post". Kay mette a rischio la propria carriera, insieme al direttore Ben Bradles, in nome della libertà: una figura di donna forte dalla profonda etica professionale.

         In questo post voglio in particolare ricordare  però due grandi autrici , Angela Carter e Ursula Le Guin, due donne colte e femministe che hanno trasferito nelle loro opere la loro cultura, la loro forza e il loro sguardo al femminile.
     ANGELA CARTER, prematuramente scomparsa all’età di 51 anni, portata via da un cancro, si delinea come una scrittrice dalla difficile collocazione all’interno di uno specifico genere: le sue opere rinviano al meraviglioso tipico delle fiabe ma, dalle tinte decisamente gotiche, così come la sua anima inglese emerge dai costanti rimandi all’opera di William Shakespeare. Si tratta di una scrittrice per adulti.
     Parlando dei suoi libri le si è spesso attribuito un certo realismo magico, una definizione, tuttavia,  che alla Carter andava stretta:
     «Non possiamo parlare di realismo magico ogni volta che succede qualcosa di strano in un romanzo» (Chiara Durastanti. Repubblica, l’8 marzo 2017)
     Scrive ancora la Durastanti a proposito della nostra autrice:

     “E poi ci sono autori che invitano il lettore ad andare contro se stesso, lo portano in posti in cui tutto è oscuro e liberatorio, e lo fanno innamorare dei suoi difetti potenziali invece delle cose che sa già.
   Angela Carter è una grande autrice che trascina il lettore proprio in questi spazi imprevedibili e iridescenti, in cui la realtà è solo una delle tante alternative a disposizione, senza badare troppo alle etichette.”

     Significativa è da questo punto di vista il libro La camera di sangue; si tratta di una rivisitazione di alcune fiabe popolari in chiave gotica ed erotica al contempo: Cappuccetto Rosso, Barbablù, Biancaneve tra le altre.
     Nel Cappuccetto Rosso di Angela Carter ritroviamo sotto una luce nuova gli elementi arcaici presenti nelle varie versioni della fiaba tradizionale, una storia di messa in guardia di cui l’autrice esplicita i significati più nascosti. Si narra infatti, come ci hanno insegnato gli studi psicanalitici, di una  iniziazione sessuale.
Ma facciamo parlare la nostra scrittrice:

"In questo paese desolato  i bambini invecchiano presto. (…) ma questa così carina, la  più piccola in famiglia, un fiore inaspettato, era stato coccolato dalla madre e dalla nonna.  Era stata lei a farle lo scialle rosso, che oggi appare, benchè lucente, come un sinistro presagio di sangue sulla neve. I seni hanno appena cominciato a crescerle; i capelli come lino così chiari che lasciano a malapena un’ombra sulla sua fronte pallida; le guance sono di un emblematico color scarlatto e bianco ed è da poco che le sono iniziate  le perdite di sangue mestruale, quell’orologio che d’ora innanzi, risuonerà dentro di lei una volta al mese.” (La camera di sangue pag.64)

     Nell’inserto Robisnon di Repubblica dell’11 febbraio 2018 troviamo un inedito racconto di Angela Carter, contenuto nell’antologia Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo di Ann & Jeff Vandermeer, che conferma come sia difficile imbrigliarla in categorie predefinite.


     Ecco un assaggio. Si tratta di un racconto ispirato ad una storia vera: Lizzie Borden uccide con una ascia la propria famiglia dopo che scopre che il padre ha trucidato tutti i suoi colombi, da lei allevati con amore, per il loro continuo tubare, ma che Lizzie interpreta come atto perpetuato per soddisfare l'ingordigia della nuova moglie:

 "Le foto tuttora reperibili di Lizzie Borden mostrano un viso che è difficile guardare come se non sapeste niente sul suo conto; o vedeste gli eventi futuri proiettare la propria ombra sulla sua faccia, oppure, vicecersa ,ciò che vedete sa di terribile, qualcosa di minaccioso in questo viso con la mascella sporgente e rettangolare e quegli occhi folli tipici dei santi del New England, occhi che appartengono a qualcuno che non ti ascolta, occhi di una fanatica...potreste dire se non sapeste nulla sul suo cono. Se foste intenti a rovistare in una scatola di vecchie foto dal rigattiere e vi imbatteste in questo particolare viso, color seppia, sbiadito, sopra i soffocanti colletti degli anni Novanta del diciannovesimo secolo, potreste mormorare vedendola: "Che occhi grandi che hai!" come disse Cappuccetto Rosso al lupo, ma poi, forse, non perdereste altro tempo ad osservarla, perchè la sua non è, di per sè, una faccia che colpisce. Tuttavia ,  non appena alla faccia sarà associato il nome, una volta che l'avrete riconosciuta, quando saprete chi è e che cosa ha fatto, quella diventerà la faccia di una donna posseduta e vi perseguiterà, la guarderete e riguarderete, perchè trasuda mistero."
(Robinson, 11 febbraio 2018) 

     L’altra grande scrittrice di cui voglio parlare oggi è URSULA LE GUIN, scomparsa all’età veneranda di 88 anni il 22 gennaio di quest’anno.
     Ursula Le Guin scrive di fantascienza all’epoca in cui la fantascienza e il fantasy appartenevano ad genere di letteratura ritenuta minore, questo garantiva una grande libertà di azione agli autori; non solo, il leggere questo genere, come anche per i comics, era un’attività che andava fatta di nascosto….proibita e perciò eccitante.
     Antonio Faeti racconta nel libro Diamanti in cantina come lui giovane lettore nascondesse la rivista di fantascienza Galaxy all’interno del libro di algebra. E più avanti continua, quando anni dopo veniva sdoganata quest’idea della fantascienza come letteratura minore, la Le Guin, riferiva da un lato della sue preoccupazioni nel vedere la fantascienza oggetto di studi di corsi accademici, si perdeva la magia del proibito, e dall’altro la felicità di questa nuova consacrazione, esercitava un mestiere di cui i figli potevano raccontare.
     La Le Guin scrive di fantascienza, di fantasy e di libri per giovani adolescenti e lei stessa ci dice:

«Ho scritto libri di genere perché riuscivo a venderli, ma ho anche scritto quello che volevo scrivere. In verità penso che sia stato proprio il fatto di scrivere all’interno di un genere a permettermi di essere più libera rispetto ad altri scrittori, che tentavano di avere successo con ciò che andava per la maggiore». 
(27 gennaio 2018, La lettura, conversazione con John Freeman)

     Autrice per adulti e per ragazzi, vincitrice di molti prestigiosi premi, nel 2003 viene insignita del titolo Grand Master, assegnato ad autori di fantascienza come Arthur C. Clarck, Ray Bradbury, e Isaac Asimov. Molto famosi i libri per adulti La mano sinistra delle tenebre (1969) e I reietti dell’altro pianeta (1974), venduti in milioni di copie in tutto il mondo.



     Per la Le Guin la fantascienza non sono solo ometti verdi o confronti tra mondi altri; il confronto è spesso tra classi sociali diverse, tra uomo e donna in un atteggiamento di mediazione e di incontro.
     Come ad esempio nel romanzo La mano sinistra delle tenebre in cui in un futuro lontano uomini e donne si caratterizzano per genere in base ai loro desideri. Siamo negli settanta e la nostra autrice parla della costruzione sociale dell’identità di genere.
     La svolta femminista avviene con il romanzo L’occhio dell’airone, che ha per protagonista una donna. La morte dell’eroina a metà del libro la induce ad una riflessione sul suo stile e così smette di scrivere da “uomo”, come dice lei stessa, e propone un proprio sguardo al femminile.





     La Le Guin per ragazzi non è da meno, come in Agata e la Pietra nera, non troveremo mostri alieni mirabolanti ma una fantascientifica avventura alla base di un amore adolescenziale.
     Così come la celebre serie della scrittrice La saga di Terramare :  il primo di questi libri Il mago, ci dice ancora Antonio Faeti, presenta un fantasy leggero e salutare  per  giovani adolescenti.
     I volumi che compongono la serie sono: Il mago, Le tombe di Attuan, Il signore dei draghi, L’isola dei drago, I venti di terramare, Le leggende di terramare.

Estremamente poetica poi quando scrive per i più piccoli :I gatti volanti,  Il ritorno dei gatti volanti edito da Salani.



     Una scrittrice a 360 gradi che passa con la stessa intensità e poesia dalla letteratura per adulti a quella per ragazzi.






     Così Stephen King saluta la scrittrice alla notizia del suo decesso in un twitter: 
"È morta Ursula K. Le Guin, una dei più grandi. Non solo una scrittrice di fantascienza, una icona letteraria. Buona fortuna nella galassia"


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