Tra le “ragazzacce” della letteratura possiamo certamente
annoverare Mary Shelley autrice di un capolavoro che in questi giorni compie
200 anni: Frankeinstein.
Ma la stessa vita di
Mary Shelley fa di lei una ribelle, come ben rappresentato dal film, “Mary
Shelley" , regia di Haifaa Al Mansour, 2017: figlia di Mary Wollstonecraft, che può essere considerata un'antesignana del femminismo inglese, vive la sua infanzia in un nucleo
famigliare allargato e giovanissima fugge con il poeta Shelley che per lei
abbandona moglie e figli.
All’età di solo 19 anni, 11
marzo 2018, Mary Shelley pubblica in forma anonima il romanzo che segna una
rottura nella letteratura e che ne diviene una pietra miliare: sia che venga
considerato come il primo libro di fantascienza della storia o espressione di
una nuova forma di horror, che supera le atmosfere strettamente gotiche dell'epoca.
L’opera, che nasce in una
piovosa estate del 1816, come sfida o gioco tra Shelley poeta, il medico
Polidori, Lord Byron e Mary stessa, era stata certamente influenzata dalle
discussioni a carattere scientifico di quei giorni su Erasmus Darwin , nonno
del più celebre Charles Darwin, e gli esperimenti sull’elettricità di Galvani condotti
su animali morti.
Per inciso Polidori crea un
racconto Il vampiro che sarà di
ispirazione al più famoso Dracula di
Bram Stoker.
Nel documentarmi per la
stesura del post sono riuscita ad avere un’unica certezza Frankenstein è un classico immortale, un romanzo da cui non si può
prescindere se si parla di horror e/o di fantascienza.
D’altra parte definire cosa significa
horror è impresa ardua da risolvere, così ci dice Gian Filippo Pizzo, il
curatore della Guida
alla letteratura Horror, uscita per l'editore Odoya nel 2014,
ma si può giungere ad una prima provvisoria conclusione :
“Quello che conta è che ci sia un personaggio o un
avvenimento che provoca terrore (e dunque panico, angoscia, anche disgusto)
(...): L'orrore può nascere dall'immaginazione o dalla realtà, ma quel che
conta è che ci sia, e sia alla base della narrazione".
(Panorama, 17 ottobre 2014)
Ci sono poi in particolare
opere narrative di difficile collocazione che non si lasciano imbrigliare in
schemi predefiniti. Le discussioni più animate tra me e Alfonso sono proprio
inerenti a questa tematica.
Ma torniamo al romanzo che al suo esordio è stato accolto con grande favore, un grandioso successo duraturo nel tempo come le riedizioni e i successivi rifacimenti confermano.
Al suo interno troviamo numerosi nuclei tematici:
la diversità, poiché Frankenstein è il diverso per eccellenza e
rimanda all’idea di fiera da baraccone (freaks) di cui si parlava nel post
precedente, con una sostanziale diversità, Frankenstein è opera dell’uomo, un
essere artificiale, realizzato dalla dissezione prima e dall’unione poi di
pezzi di svariati cadaveri e non frutto della casualità genetica;
strettamente connesso a questo tema c’è il tema della creazione ,
del valore della vita che rimanda ai dubbi quanto mai attuali dell’ingegneria
genetica da un lato, e dall’eutanasia dall’altro;
ma viene anche trattato il tema dell’educazione e del ruolo svolto
dalla società e dalla cultura nella formazione dell’individuo, in cui si
possono scorgere il pensiero di Rousseau, inteso come uomo selvaggio che si
autoforma, e l’idea di tabula rasa di Locke.
Argomenti , a ben
vedere, di estrema attualità ancora oggi.
UNA PRECISAZIONE : Frankenstein è il nome del dottore che crea l'essere mostruoso; nel libro il protagonista è semplicemente definito mostro o anche creatura, mentre l'immaginario successivo l'ha da sempre associato ad esso.
INFINE UNA CONSIDERAZIONE: l'opera non sarebbe ciò che è se non fosse stata scritta da una mano femminile, c'è infatti una forte introspezione, una disperata malinconia che pervade le pagine.
Come avete potuto notare questo post rimanda ad altri pubblicati precedentemente, Time's up, La diversità conquista lo schermo, in primis, Si tratta di un approccio ermeneutico alla letteratura coniato da Antonio Faeti, primo cattedratico di Letteratura per l'Infanzia in Italia. Questa idea ricollega ogni opera esaminata all'immaginario collettivo in senso lato: letteratura, cinema, contesto socio-culturale e così via; ogni testo sembra perciò disegnare una rete infinita di collegamenti e rimandi.
E voglio proprio lasciarvi con le parole che Antonio Faeti scrive nella
postfazione del romanzo Frankenstein, Edito dalla casa editrice Fabbri, nella collana da lui diretta, I Delfini:
“Frankenstein è un grande libro, e va letto prontamente, da
ragazzi, da giovanissimi. Occorre che i suoi temi ci entrino nell’animo prima
che si può. L’invenzione di Mary Shelley, quando è ben compresa, è salvifica.”
Naturalmente non abbiamo esaurito tutti gli argomenti legati a
questa straordinaria scrittrice e alla sua opera più famosa, molto altro andrebbe detto e analizzato: si sarebbe potuto parlare delle diversità tra la prima edizione del 1818 e la successiva del 1831, del rapporto tra la scrittrice e la sua creatura, delle numerose trasposizioni cinematografiche e delle differenze con l'opera originale, dell'inedito romanzo da poco pubblicato in Italia da Credits Corriere della Sera, Il segreto di Mister Falkner.
Ho preferito invece dar voce al libro stesso, Frankenstein , attraverso la suggestione delle immagini di copertina , così a seguire troverete indicazioni bibliografiche per tutte le età e tutti i gusti.
PER I PIU' PICCOLI: una storia a pop up, a cura di Agnese Baruzzi.
UN ATLANTE DEL CORPO UMANO: testi Jennifer Adams, illustrazioni Alison Oliver, Wkids.
FRANKESTEIN PER I PIU' GRANDICELLI
Einaudi Ed.
Fabbri Editori, collana i I Delfini
(dai dodici anni)
Non mancano trasposizioni a fumetti
UN ATLANTE DEL CORPO UMANO: testi Jennifer Adams, illustrazioni Alison Oliver, Wkids.
Einaudi Ed.
Fabbri Editori, collana i I Delfini
(dai dodici anni)
Non mancano trasposizioni a fumetti
Allora Buon Compleanno Frankenstein e duecento di questi giorni!
LEI
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