COME AMORE...

Questo post nasce sull’onda emotiva di giorni difficili e per certi aspetti incomprensibili.  Non sarà come gli altri, vuole essere un omaggio ad un giovane amore interrotto in modo imprevisto e crudele.
Vorrei parlare perciò di amori contrastati dal destino, quelli con la A maiuscola, quelli in cui spesso sono protagonisti giovani adolescenti, perciò fortemente caratterizzati da un’intensità di sentimenti esponenziale, quali che essi siano,  amore, gelosia odio o tutti questi assieme in un’alternanza emotiva così tipica.
E’ l’età infatti in cui non esistono mezze misure, solo bianco o nero e in cui le sfumature di grigio sono bandite.
E’ l’età del tutto e subito, del per sempre o del mai più, senza soluzione di continuità.
Voglio raccontare di quegli amori destinati, fin dal loro nascere, ad essere ostacolati e spenti prima del loro crescere, maturare e a volte sfiorire, da un destino avverso, sia esso malattia, incidente, fato.
 In tal modo essi rimangono cristallizzati all’apice dello loro espressione, non subiscono le pieghe del tempo e la fatica del vivere quotidiano.
Così perfetti e idealizzati da un per sempre mai realizzato.

Tuttavia, questo impedisce loro di divenire quell’amore maturo e completo di cui ci racconta Montale in Xenia II, (1964/66) in questi versi dedicati alla compagna di una vita:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale          

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Ma se si parla di amore spezzato non si può non pensare a Romeo e Giulietta; ed è proprio attraverso le parole dell’intramontabile Shakespeare che vorrei ricordare la passione indomita dell’amore incondizionato:

Non altro che il tuo nome mi è nemico.
Tu sei te stesso, anche se tu non fossi  un Montecchi.
Oh prendi un altro nome! Che cos’è un Montecchi?
Non è una mano, non un piede, non un braccio, non una faccia.
Nessun’altra parte appartenente ad un uomo.
Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo rosa,
chiamata con un altro nome profumerebbe come dolce.
Così Romeo, se non si chiamasse Romeo.
Manterrebbe quella cara perfezione che possederebbe
Senza quel nome. Butta via il tuo nome e in cambio di quel nome,
che non è parte di te, Prendimi tutta.

Così ci dice Giulietta affacciata al balcone nel buio della notte e così le risponde Romeo 

Ti prendo in parola.
Chiamami non altro che amore e io sarò ribattezzato,
Così io non sarò mai stato Romeo.

E Giulietta timorosa:

Che uomo sei tu che nascosto nella notte inciampi nel mio segreto?

Romeo

Non so come dirti chi sono con un nome
Il mio nome, cara  santa,
mi è odioso
perché ti è nemico.
Se lo avessi scritto, straccerei la parola (…)

Giulietta affacciata al balcone bisbiglia alla luna il suo amore segreto.  Non lo confida alle pagine di diario, non lo sussurra ad un’amica! 
Non voglio dire che il balcone veronese sia stato un precursore degli attuali social, facebook instagram e così via, ma Shakespeare sicuramente era un fine conoscitore dell’animo umano. 
La parola detta rende reale e concreto il pensiero, lo ufficializza.

Di questa triste storia d’amore voglio citare infine due versioni una cinematografica l’altra teatrale realizzate a vent’anni di distanza l’una dall’altra:

Romeo più Juliet, 1996 rivisitazione in chiave postmoderna della tragedia shakesperiana, regia di Braz Lurhmann con un giovane Dicaprio nel ruolo di Romeo. Le vicende vengono trasportate negli anni novanta, due famiglie d’affari importanti si affrontano non spada ma pistole alla mano.

Romeo and Julet, 2016
La vicenda dei due giovani innamorati di Verona scritta da Shakespeare viene portata sulla scena da Kenneth Branagh e Rob Ashford al Garrick Theatre di Londra collocandola negli Anni '50 e affidando la regia cinematografica a Benjamin Caron.

Preceduto da una serie di interventi di adolescenti che si rapportano ai temi eterni della tragedia shakespeariana sulla base del loro sentire attuale, il testo teatrale viene portato in scena praticamente nella versione integrale .

 In queste due proposte è fortemente presente il tema dell'amore giovanile e non se ne abbiano a male i fautori di Zeffirelli  il cui Romeo e Giulietta  non è certamente in discussione....

Non mancano infine recenti produzioni cinematografiche ed anche letterarie che raccontano esempi di storie di giovani amori stroncati dalle avversità, ma ho deciso di fermarmi qui.

Del resto chi meglio di Shakespeare per parlare di amori avversati da un  fato nefasto sia esso un veleno, un pugnale o una partita di rugby.

LEI

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