La fiaba ieri oggi domani
In numerosi dei
post pubblicati in questo periodo, abbiamo parlato più o meno incidentalmente
del genere fiabesco.
Ma ha senso ancora
oggi parlar di fiaba? Leggere e proporre fiabe ai nostri ragazzi?
E soprattutto che
cos’è una fiaba?
Spesso catalogata indistintamente anche come favola appartiene
sicuramente al genere del racconto meraviglioso.
La fiaba tuttavia
possiede alcune caratteristiche tipiche che la differenziano da qualsiasi altro
tipo di narrazione meravigliosa, potremmo dire che la presenza di una di queste
è significativa ma non sufficiente per parlare di fiaba: personaggi fantastici,
animali parlanti, dimensione magica, misura del racconto tra gli altri.
Max Luthi in un
suo studio ormai storico, La fiaba
popolare europea, forma e natura, Ed. Mursia, individua tuttavia una serie
di proprietà della fiaba tradizionale europea:
UNIDIMENSIONALITA’
meraviglioso e quotidianità sembrano appartenere alla stessa dimensione senza
creare scarti;
RELATIVITA’ DEL
TEMPO :la ricerca, il sortilegio… può durare per anni a volte per secoli senza
che nulla cambi o muti al raggiungimento dello scopo;
MANCANZA DI
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI: il principe, il re.. nessun essere umano in
genere viene guardato in profondità, nessun risvolto psicologico, sono
personaggi di carta;
ASSENZA DI
SENTIMENTI E EMOZIONI prevale l’azione;
LA STRUTTURA DELLA
TRAMA AD ANDAMENTO LINEARE non c’è contestualizzazione del racconto: un
castello, un bosco, una valle e così via.
Da qui nasce
l’universalità del racconto fiabesco.
Ma torniamo alla
domanda iniziale e l’attualità?
L’attualità della
fiaba è da ricercare nella sua capacità di modificarsi ai diversi contesti
socioculturali, unitamente alla possibilità di sposarsi a più media di
rappresentazione.
La tradizione
storica del testo fiabesco evidenzia come singoli motivi, ma anche storie
complete, si ritrovino in forma similare in luoghi storicamente geograficamente
lontani.
Le tappe storiche
in Europa sono scandite da autori come Basile- Perrault – Grimm.
Scrive Stefano
Calabrese nel suo testo Fiaba, edito da Feltrinelli:
Le
singole storie, i singoli motivi si trasformano sempre di nuovo, si adattano
allo spirito delle epoche, si amalgamano ai nuovi media. E’ così sempre
oscillando tra oralità e letteratura, la fiaba sopravvive, resta viva. E’
quello che Italo Calvino ha chiamato la proprietà segreta della fiaba “ La sua infinita
varietà e infinita ripetizione”
Sulla
fiaba, ed.ni Einaudi.
alla sua capacità multimediale e multifunzionalità. Passa così dall’universo orale a quello scritto, dalla musica al teatro, fino ad arrivare ai più moderni mezzi di rappresentazione: comics, cinema, tv, video.
Verso la prima
metà del novecento, il libro non è più lo strumento d’espressione privilegiato
della fiaba. Il primo novecento la vede, infatti, protagonista in teatro dove
esempi significativi di trasposizione drammaturgica sono rintracciabili
nell’opera di Carlo Gozzi, che attiene a piene mani al genere, dando voce a
musiche di Prokofiev, Puccini, Casale. E’ ad esempio del 1914 la trasposizione
in musica di Andersen.
Contemporaneamente
negli Stati Uniti si verificano i primi esperimenti di disegni animati e, non a
caso, nel 1922 si ha per la prima volta una rappresentazione di una fiaba con
questa tecnica, Cappuccetto Rosso.
Da questo momento
in poi, in particolare con la Walt Disney Production, oggi Disney-Pixar, sarà il
cinema il luogo maggiormente fecondo e creativo del fiabesco.
Cenerentola può
essere considerata una narrazione esemplificativa del tipo di percorso storico
qui delineato.
Cinema, teatro, letteratura rosa sono stati forieri di
innumerevoli Cinderella Story, intendendo con questo termine un filone comune a
molta produzione cinematografica, ma non solo, della bella diseredata, che dopo
alterne vicende realizza il proprio riscatto.
Appartiene a
questa corrente molto produzione cinematografica degli anni ’50 come Sabrina, del 1954 con Audrey Hepburn e così
come il bel rimake del 1995 con Harrison Ford nel ruolo dell’arido miliardario
precedentemente interpretato da Humphrey Bogart, testi di letteratura rosa come
Delly, pseudonimo di Terrizzo Delly pubblicati dalla casa editrice Marsilio, per
giungere quindi ai nostri giorni.
Ricordo Pretty woman (1990) con una giovanissima Giulia Roberts e un fascinoso Richard Gere nei panni di un complesso miliardario in conflitto con la propria figura paterna e nel 1999 la rappresentazione a ruoli invertiti nel film Nothing Hill sempre con Giulia Roberts nel ruolo di sé stessa, un’attrice famosa, e un Huge Grant nel ruolo di librario squattrinato.
Ricordo Pretty woman (1990) con una giovanissima Giulia Roberts e un fascinoso Richard Gere nei panni di un complesso miliardario in conflitto con la propria figura paterna e nel 1999 la rappresentazione a ruoli invertiti nel film Nothing Hill sempre con Giulia Roberts nel ruolo di sé stessa, un’attrice famosa, e un Huge Grant nel ruolo di librario squattrinato.
Cenerentola è una
fiaba che storicamente e geograficamente copre un ampio arco di spazio-tempo,
pare provenga dalla Cina e che sia anteriore al IX secolo d. C.
Tuttavia non è una
fiaba antichissima, infatti non si riesce a farla risalire ad un mito
specifico.
La prima narrazione scritta è ad opera di Basile nel Lo cunto de li cunti, approda all’opera con il melodramma giocoso musicato da Gioacchino Rossini (1817), in cui il librettista Jacopo Ferretti attua una rilettura a rovescio: l’antagonista non è più una matrigna ma un patrigno.
Un secolo dopo Roberto De Simone (1997) mette in scena La gatta Cenerentola, ispirata alla novella di Basile.
La prima narrazione scritta è ad opera di Basile nel Lo cunto de li cunti, approda all’opera con il melodramma giocoso musicato da Gioacchino Rossini (1817), in cui il librettista Jacopo Ferretti attua una rilettura a rovescio: l’antagonista non è più una matrigna ma un patrigno.
Un secolo dopo Roberto De Simone (1997) mette in scena La gatta Cenerentola, ispirata alla novella di Basile.
Delle due produzione cinematografiche di
quegli stessi anni abbiamo già detto prima, arriviamo al 2015 quando Kenneth Branagh
cura la regia del film Cenerentola
per la Walt Disney, traendo ispirazione dalla fiaba di Charles Perrault, nel
2015.
La fiaba approda al genere fantascientifico con il film di animazione Gatta Cenerentola, (2017) una produzione tutta italiana, dove la tecnologia prende il posto della magia e diventa salvifica, regia ad opera di : Alessandro Rak, Marino Guarnieri, Dario Sansone, Ivan Capiello.
La fiaba approda al genere fantascientifico con il film di animazione Gatta Cenerentola, (2017) una produzione tutta italiana, dove la tecnologia prende il posto della magia e diventa salvifica, regia ad opera di : Alessandro Rak, Marino Guarnieri, Dario Sansone, Ivan Capiello.
Numerose le
trasposizione letterarie per ragazzi. Qui mi pare giusto citare quella in rima
di Roberto Piumini, La ballata di
Cenerentola, Enaudi Edizioni, per l’originalità della proposta e qualche esempio di libro illustrato:
PRINCIPESSE di Rebecca Dautremer
LEI
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