BR...COME BRIVIDO



La ricorrenza di Halloween può diventare l’occasione di far avvicinare i ragazzi ad un diverso concetto di racconti del brivido… ad un’idea di letteratura in cui sono le atmosfere a creare quel sentimento di inquietudine e suspance che solo la letteratura gotica sa darci….

Alcune proposte di lettura ad alta voce: due raccolte curate da Donatella Ziliotto, Paura racconti col brivido, Blackout nel buio del terrore, una ad opera di Hèlène Montardre, Mille anni di storie di paura, ed infine l'ultimo libro raccoglie le migliori storie di fantasmi selezionate nientemeno che da Roald Dahl, Il libro delle storie di fantasmi.



         





Si tratta di una proposta didattica pensata per ragazzi più grandi ma rimane l’idea di base che con le opportune modifiche è possibile trasporla anche per bambini più piccoli, per i quali a fine post ho comunque suggerito alcune letture.






LEGGIAMO AD ALTA VOCE il racconto che abbiamo scelto. 
Creiamo un’atmosfera adeguata, abbassiamo le luci, accendiamo un lumino o una candela, come nelle migliori tradizioni. Perché la narrazione funzioni davvero dobbiamo aver preparato la nostra lettura ad alta voce precedentemente, in tal modo sapremo dosare i ritmi e i toni più adeguati.

Se ne abbiamo la possibilità anche una musica di sottofondo può aiutarci a rendere più coinvolgente la situazione. Creiamo una sospensione spazio-temporale facendo il gioco del facciamo finta che… un gioco che implicitamente proponiamo ogniqualvolta leggiamo ai nostri ragazzi una storia.

IMPOSTIAMO UN MOMENTO LABORATORIALE 

In questo caso  nella realizzazione dei disegni utilizzerei una tecnica ben precisa, che si sposa bene con il tema e lo rafforza: il bianco/nero. 
Predisponimao matite di diversa durezza, pastelli, pennarelli e tratto-pen; l’uso del carboncino è ideale per  creare atmosfere cupe, va poi fissato al termine dell’operazione, basta anche semplicemente uno spruzzo con la lacca per capelli.

Ma cosa chiedergli di disegnare?

Come i racconti proposti traggono le maggiori inquietudini da cose apparentemente normali, come una mano, dei  gatti, delle rose, dei vecchi negozi, o il candore della neve…, così proseguiamo in questo gioco del paradosso chiedendo loro di fissare particolari del soggetto che vogliono rappresentare (un volto a metà, solo gli occhi, solo un’ombra… e così via) o di farlo attraverso una prospettiva diversa: dall’alto, dal basso… disegnando le figure sghembe…
Formato e dimensioni possono variare a seconda delle nostre scelte, ma non penserei a fogli troppo grandi in modo che possano concentrarsi sui particolari e non siano preoccupati dal dovere riempire lo spazio bianco.

DIVENTIAMO NOI STESSI CREATORI DI RACCONTI PAUROSI

Possiamo impostare l’attività utilizzando l’incipit o stralci tratti da racconti che i ragazzi non conoscono e chiediamo loro di completarli, diciamogli anche il titolo del racconto originale, questo li aiuterà a focalizzare meglio la direzione da intraprendere e permetterà a noi successivamente di impostare un confronto tra le  nostre creazioni e il racconto d'autore  proposto. 
Di seguito un possibile esempio di testo.

La mano

Un giorno venni a sapere che un inglese aveva appena affittato, per diversi anni, una piccola villa in fondo al golfo.
(…) Ben presto tutti si interessarono a quello strano personaggio che viveva solo e usciva di casa unicamente per andare a caccia o pesca.
Non parlava con nessuno, non veniva mai in città e ogni mattina si esercitava pe un’ora o due al tiro con la pistola o con la carabina.
Nacquero così delle leggende (…)
Una sera, infine, passando davanti al cancello, lo vidi in giardino, a cavalcioni di una sedia, che fumava la pipa. Lo salutai e lui mi invitò ad entrare per ber un bicchiere di birra.
Non me lo feci ripetere due volte.
(….)
Il salotto era tappezzato di una seta nera ricamata d’oro: sulla stoffa scura si rincorrevano grandi fiori gialli, che brillavano come fiamme.
(…)
Ma al centro del pannello più grande il mio occhio venne attirato da qualcosa di strano. Su un quadrato di velluto rosso spiccava un oggetto nero. Mi avvicinai: era una mano umana. Non una mano di scheletro, bianca e pulita, ma una mano nera disseccata, con le unghie gialle, i muscoli scoperti e tracce di sangue vecchio, simile a sudiciume, sulle ossa tagliate di netto, come da un colpo di scure, a circa metà dell’avambraccio. Quel membro disgustoso era appeso al muro mediante una catena di ferro, saldata e inchiodata al polso, con un anello così robusto da tenere un elefante.
(La mano, Guy De Maupassant)

Questo estratto è preso dalla raccolta Mille anni di storie di paura, ed. E.L.

Come metodologia di lavoro consiglio, come al solito, quella del piccolo gruppo, il confronto consente sempre un significativo arricchimento, una maggiore facilità a rimanere entro le consegne attraverso uno scambio reciproco.
Dobbiamo poi prevedere un momento di restituzione collettiva in cui ogni gruppo possa leggere la propria storia agli altri.
Si potrebbe pensare di realizzare una piccola pubblicazione illustrata  arricchita da grafiche.

A questo punto dell’attività,  trovo interessante anche la lettura del racconto omonimo di Edgar Allan Poe con una successiva analisi delle differenze e somiglianze.
Se poi proponiamo un'edizione illustrata come questa, forniremo loro qualche spunto in più per realizzare la loro pubblicazione. 
Nel libro successivo troviamo infatti diversi racconti illustrati del grande Edgar Allan Poe.



E per i più piccoli ?
In queste indicazioni non troverete racconti che partono dal sentimento di paura che si trasforma in ironia o sbalordimento e stupore, per un imprevedibile esito finale.
La fiaba si propone come territorio privilegiato per sperimentare piccoli brividi di paura connaturati all’età.

Fiabe di paura di Italo Calvino, una raccolta di racconti popolari della tradizione italiana, fa al caso nostro; facciamo un esempio, per rimanere in tema vi propongo in particolare la narrazione Braccio di morto.



Poi naturalmente sono diverse le fiabe tradizionali europee che si prestano ad atmosfere cupe: 
Barbablù, Hansel e Gretel, Pollicino, Pierin Fagiolo.


In realtà un coraggioso maestro, già molti anni fa, quando l'horror cominciava  appena ad affacciarsi nella letteratura per ragazzi, realizzò un interessante sperimentazione letteraria, leggendo IL gatto nero di Poe nella sezione dei cinque anni di una scuola dell'infanzia. 
Questo per dire che in fondo le storie che vogliamo o possiamo proporre dipendono in primo luogo dai nostri interessi ( se non ci piace ciò che leggiamo non funzionerà) e  soprattutto dalla sensiblità e potenzialità del gruppo di bambini che ci troviamo davanti. Nella mia esperienza ho imparato che l'infanzia ha risorse e capacità che spesso il mondo degli adulti sottovaluta. 


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LETTURA CREATIVA

In questo post, che sarà davvero breve, presenterò un esempio di lettura creativa.

Seguendo la pedagogia di Pennac, è stato letto ai ragazzi un libro e pensato un esempio di proposta ludica che rinforzi l’esperienza piacevole sperimentata nell’ascoltare la storia. Si sono perciò scelti lavori a piccoli gruppi e tecniche artistiche di rappresentazione che si discostino significativamente dalla normale attività scolastica,  e che hanno avuto come risultato finale la creazione di un nostro libro illustrato.

L’attività che vedrete qui delineata è stata svolta in una classe prima durante le prime settimane di scuola in una fase di accoglienza; partendo dall’argomento estate, stagione  appena conclusa,  si è sfruttata la metafora del viaggio per parlare del desiderio di esplorare, della paura dell’ignoto e anche della nostalgia di casa e di come ogni viaggio porti con sè sempre una crescita.


Alla classe ho letto il libro illustrato La Balena Babà va in città, di Xuan Xuan; la struttura narrativa che è sottesa al racconto è molto semplice, c’è un desiderio di conoscenza del mondo, molte esperienze, ma anche la nostalgia di ciò che  si è lasciato.
Particolarmente significative invece le immagini che si rifanno  all’astrattismo e che ci ha consentito di utilizzare poi una tecnica rappresentativa particolare e ad esse ispirata.

Dopo la lettura collettiva del testo da parte dell’insegnante, abbiamo suddiviso la storia in sequenze, ogni bambino  ha scelto poi quale delle sequenze individuate voleva rappresentare, in base alle scelte effettuate si sono formati  così sei gruppi.


Sebbene ognuno abbia lavorato individualmente sul proprio foglio, essendo raggruppati per tipologia di sequenze, si sono reciprocamente aiutati nelle scelte esecutive del proprio disegno.

La tecnica scelta si è ispirata sia alle immagini della storia appena letta, sia ai libri di Bruno Munari dove la materialità della carta, nelle sue diverse tipologie, diventa essa stessa parte dell’espressività creativa.

In un primo momento si è esclusivamente concentrata l’attenzione sulle diverse ambientazioni; successivamente ogni bambino ha disegnato la balena Babà; poichè l’intenzione dell’attività era quella di ricostruire la storia attraverso la realizzazione di un nostro libro illustrato, si è fatto scegliere la balena che preferivano che è stata poi fotocopiata e apposta nelle varie pagine. Vediamone alcuni esempi.




Cartoncini colorati o anche bianchi di un certo spessore diventano la base su cui creare le ambientazioni e le carte colorate di varie grammatura si utilizzano per la realizzazione dei disegni,  esclusivamente attraverso l’uso delle forbici e in alcuni casi dello strappo della carta.
Tuttavia interventi con i pastelli colorati o con il tratto pen nero hanno consentito poi di caratterizzare i disegni con specifici particolari.


Successivamente, il giorno dopo, o anche diversi giorni dopo, si recupera la narrazione , attraverso l’utilizzo dei disegni realizzati. I bambini riordinano prima e  raccontano poi oralmente le varie sequenze e l’insegnante verbalizza quanto dicono per ricostruire la parte narrativa del testo .






Nei primi anni di scuola primaria, non solo nella scuola dell’infanzia per ovvi motivi, l’insegnante verbalizzatore, anche detto insegnante scriba, svolge una funzione molto significativa: cristallizza le storie , i pensieri dei ragazzi che sono liberi di concentrarsi esclusivamente sull’atto creativo, sul racconto orale, senza essere distolti dalla fatica di scrivere; sappiamo bene come parlato e scritto appartengano a due dimensioni ben distinte.
Ma torniamo a noi: in queste fase si creano le didascalie che verranno incollate ai disegni, ora raggruppati in una pubblicazione, o meglio in più pubblicazioni uguali ma contemporaneamente tutte diverse.
Sarà straordinario quando potranno leggere individualmente le loro storie una volta acquisita la capacità di lettura autonoma!




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Aspettando HALLOWEEN...




PROPOSTE CINEMATOGRAFICHE---

E’ cominciato il mese di Ottobre, i cambiamenti stagionali modificano il paesaggio intorno a noi: è arrivato l’Autunno con i suoi colori e le sue festività….
I ragazzi cominciano a parlare di Halloween, aiutati anche dai negozi e centri commerciali che già sugli scaffali mostrano in bella evidenza maschere mostruose e zucche arancioni…
Lasciando perdere l’annosa polemica dell’appartenenza o meno di tale festa alla nostra cultura, è indubbio che ormai, anche grazie alla globalizzazione, non si possa far finta che non ci riguardi.
Tra le molte usanze che hanno preso piede nelle nostre case in tale occasione c’è l’usanza della maratona di film horror.
Cerchiamo allora come genitori/insegnanti di proporre e guidare i nostri ragazzi nella scelta di film e film d’animazione che raccontino le loro paure in modo significativo e non banale, anche con un atteggiamento di sana ironia….
La programmazione cinematografica di questo mese vede uscire il secondo film tratto da una collana horror per ragazzi, all’epoca molto discussa, PICCOLI BRIVIDI, edita da Mondadori, e scritta da L. R. Stine.
Piccoli Brividi 2: I fantasmi di Halloween, la regia è di Ari Sandel.


Si tratta del sequel di Piccoli Brividi, proiettato nelle sale nel 2015: nella notte più magica dell’anno si assiste ad un’invasione di mostri, c’è una casa infestata e non poteva mancare un libro magico…
Il primo film in realtà non faceva riferimento ad un libro specifico della collana, ma si caratterizzava per essere la storia della collana stessa, tanto che l’anno successivo usciva ad opera di R. L. Stine il libro ispirato al film, La storia.

Sul piccolo schermo, invece, il canale Netflix, rende omaggio sempre ad una collana di libri Una serie di sfortunati eventi, scritti da Lemony Sniket ed editi da Salani, programmando la seconda e la terza stagione; la prima puntata era andata in onda il 13 gennaio 2017. 
Il numero tredici ha un valore davvero particolare, nella cultura americana, infatti, porta sfortuna: così sono13 i volumi della collana, il 13 ottobre 2006 ha visto l’uscita dell’ultimo volume della serie, La fine…e così via dicendo.
Anche in questo caso è possibile rintracciare una versione cinematografica del 2004 per la regia di Brad Silberling e con Jim Carrey nel ruolo del terribile conte Olaf che prende spunto dai primi tre volumi della serie. Inizialmente il regista del film doveva essere Tim Burton con la partecipazione di Johnny Deep, un’accoppiata che da sempre è sinonimo di qualità.
I romanzi di Snicket dalle atmosfere gotiche raccontano le sfortunate vicende di tre giovani fratelli rimasti orfani ed eredi di una grande ricchezza, che porterà loro non pochi guai, ma anche una grande consapevolezza, rimanendo uniti tutto diventa possibile.

Non si può poi non citare Tim Burton con il suo inconfondibile stile; particolarmente indicato all’occasione il film di animazione Frankenweenie del 2012 ispirato al romanzo Frankenstein di Mary Shelley. Si narra infatti di Victor, un ragazzino che fa rivivere il proprio cagnolino, morto investito da un’auto, attraverso l’energia di un fulmine; seguiranno così numerose; disavventure, che porteranno il nostro eroe a comprendere che la scienza non può essere scissa dall’umanità e dall’amore.
Rimangono pietre miliari i film : Nightmare before Christmas, La sposa cadavere e Il GGG. Penso sempre a ragazzini in età scolare.
Una produzione meno recente, siamo nel 1990, vede protagoniste le streghe, non possono certo mancare nella notte a loro dedicata, Chi ha paura delle streghe?
Il film è diretto da Nicolas Roeg e ispirato all’omonimo romanzo di Roald Dahl, Le streghe.
Ho letto poi recentemente sul sito Universo cinema.it che Robert Zemeckis sta trattando con la Warner Bross per realizzare un nuovo adattamento del libro, il regista si occuperebbe anche della sceneggiatura.
Non ci rimane che attendere e nell’attesa goderci la notevole interpretazione di Angelica Huston nel ruolo della strega suprema della pellicola del 1990.

Un film d’animazione stavolta, sempre ispirato ad un libro per ragazzi, Coraline di Neil Gaiman, è Coraline e la porta magica, del 2009. Diretto da Erick Selick, è attraversato da cupe atmosfere gotiche in cui il gioco del doppio è reso esplicito dalla piccola porticina che conduce in una dimensione altra, i cui abitanti, esatte copie delle persone che vivono nel mondo reale, hanno inquietanti bottoni al posto degli occhi.
Parlando di horror associato al fiabesco non si può non accennare al regista spagnolo Guillermo del Toro, numerose le esemplificazioni possibili anche se si tratta di film da proporre a ragazzi decisamente più grandi, penso nello specifico a Il labirinto del fauno, film del 2006 che ha ricevuto tre Oscar come miglior film straniero, migliore sceneggiatura originale (ad opera dello stesso regista) e miglior colonna sonora o  il successivo La spina del diavolo (2012), una cupa storia di formazione, ambientata in un orfanotrofio in Spagna sullo sfondo della guerra franchista.

In ogni modo, tutte queste proposte filmiche, siano esse pensate per bambini o ragazzi più grandi, raccontano storie di paura in cui l’orrore non è mai splatter, ma velato da ironia o inquietudine.
Affrontano quelle che sono le paure tipiche dell’infanzia e della giovinezza: insomma una palestra di vita dove sperimentare sé stessi in tutta sicurezza.

Nel prossimo post invece troverete su questo stesso argomento proposte bibliografiche consigliate per età.

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