QUANDO LE BUFALE ERANO… LETTERARIE


Bentrovati egregi Lectores! In questo mio primo post del 2019 (a proposito, c’è qualcosa di più convenzionale e illusorio del nostro modo di contare il tempo? Vabbe’…) vi parlerò del risultato di uno dei miei tanti giri a vuoto fra biblioteche, librerie e bancarelle alla ricerca di qualcosa di emozionante.

Parliamo dunque del nostro amico Edgar Allan Poe, uno degli scrittori e poeti più influenti, imitati e presi a modello dai suoi contemporanei e da tutti quelli che lo hanno seguito, fino ad oggi. In particolare mi sono imbattuto in una pubblicazione dell’editore Mattioli 1885, un libretto dal titolo “Impareggiabili notizie”: si tratta di una mini raccolta (a cura di Nicola Manuppelli) di tre resoconti giornalistici pubblicati su vari periodici americani dal nostro EAP fra il 1835 ed il 1849. Il 1849, detto per inciso, è anche l’anno della sua scomparsa, quarantenne, dopo una vita per alcuni tratti ancora sospesa nel mistero.
Fin qui nulla di strano, a parte il fatto che si tratta di tre articoli che oggi verrebbero sprezzantemente definiti “fake news”: ne avevo parlato in qualche post precedente ed evidentemente la scoperta di questo libro è stato provvidenziale per poter osservare questo fenomeno anche da un altro punto di vista. Intanto ho imparato che la scrittura di  questi articoli-beffa, in inglese “hoax”, erano una specie di genere letterario praticato da tempo, basti pensare che anche il celebre creatore di Gulliver, Jonathan Swift, si dilettava a scherzare in questo modo coi suoi lettori. Un hoax quindi è un resoconto finto che poi l’autore smentisce, rivelando l’inganno. Può avere intenti satirici, ironici o semplicemente di intrattenimento divertente.
Come esempio più recente viene citato la famosa trasmissione radiofonica del 30 ottobre 1938, in cui un giovanissimo Orson Welles (che non a caso girò un film dal titolo “F come falso”), simulava un radiogiornale che interrompeva le normali trasmissioni per seguire le fasi di un’invasione extraterrestre. Si trattava in realtà  dell’adattamento del romanzo “La Guerra dei Mondi” dello scrittore inglese H.G. Wells. Nonostante gli avvisi posti prima e dopo la trasmissione migliaia di ascoltatori credettero che fosse tutto vero, scatenando scene di panico di massa.
Anche nel caso di Poe queste beffe letterarie, che prendevano di mira il pubblico

intellettuale, assumono la forma di narrazioni fantastiche presentate come vere. Non sempre ebbero l’effetto che l’autore sperava ma da un lato ci restituiscono lo spirito del tempo e dall’altro sappiamo che ispirarono altri grandi scrittori, come Verne, che (come leggiamo nella postfazione del libro) quasi certamente scrisse “Il giro del mondo in 80 giorni” e “Dalla Terra alla Luna” ispirandosi a due hoaxes del nostro EAP, uno dei quali, “Le impareggiabili avventure di un certo Hans Pfaall” è contenuto nel libro di cui parliamo.

Ai nostri giorni, immersi in un flusso inarrestabile di informazioni spesso false o falsate, il confronto con le bufale letterarie di Edgar Allan Poe può farci sorridere, ma a ben vedere ci fa riflettere sulle piccole e grandi bufale che nella storia anche recente hanno contribuito ad influenzare il corso degli avvenimenti.
Pensiamo a quelle che hanno favorito e costellato l’ascesa nazista (il fantomatico “Protocollo dei Savi di Sion”) le innumerevoli bufale dello staff di Trump nelle ultime elezioni USA, fino a quelle di casa nostra, dove i dati sull’economia, sull’immigrazione, sulla disoccupazione vengono presentati come sofismi, manipolati, distorti e usati secondo le convenienze elettorali del momento, per attrarre click, sostegno popolare, generare consenso sul cosiddetto “popolo”.
Se proprio dobbiamo perderci nelle fake news allora è meglio farlo con quelle dei grandi artisti come mister Edgar Allan Poe, che ebbe a dire profeticamente “la mia è l’epoca dell’hoax”. Un’epoca che, a dirla tutta, non si è ancora conclusa, vero lectores? 

LUI

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