Direi che il soggetto isola ci lascia liberi di utilizzare fogli di
grandi dimensioni, in particolare se abbiamo deciso di far lavorare i ragazzi
in gruppo.
Il foglio di grande dimensione ci consente poi di sperimentare
tecniche come le tempere, che possono essere stese con i classici pennelli ma
anche spugne, forchette e oggetti vari ispirandoci allo stile di Bruno Munari, non si può allora non ricordare il libro Le rose nell'insalata.
Ho parlato di tempere, ma forse gli acrilici sono i colori che meglio consentono un effetto di grande efficacia; sono sicuramente più
costosi, ma è possibile ottenere lo stesso risultato finale con l’aggiunta di
colla vinilica alla tempera normale.
In questo modo colore e traccia dello strumento utilizzato
consentono di dare uno spessore diverso alle nostre grafiche.
Anche gli acquerelli sono una tecnica che si presta . In questo caso è
necessario, per le dimensioni dei fogli, tenere il colore il più
possibile liquido; i particolari, una volta asciutto
a la base, si possono utilizzare le chine o gli stessi pennarelli, per riprodurre l'idea delle stampe giapponesi.
a la base, si possono utilizzare le chine o gli stessi pennarelli, per riprodurre l'idea delle stampe giapponesi.
Arrivati a questo punto, si può caratterizzare l’isola con l’utilizzo
di immagini di giornali e riviste, materiale di recupero di vario genere
ispirato per colore e texture alle caratteristiche specifiche.
Ad esempio se parliamo di un’isola
di vento potremmo arricchire le nostre grafiche con materiali che ci diano l’idea
di leggerezza e movimento: come i tulle dei confetti, i rifili di fogli di
plastica trasparenti o azzurri di varia grammatura, i fili di cotone o lamè … e
così via…possibilmente in sospensione o semiliberi...
Se invece pensiamo ad esempio ad un’isola selvaggia
potremmo realizzare un intreccio/intrico di rami e fogliame, utilizzando ad esempio fili di lana, per tronchi e foglie, e bottoni colorati per
fiori.
L’ISOLA IN 3D
Passiamo ora ad proporre alcuni esempi di possibile realizzazione
tridimensionale dell’isola, prendendo spunto da alcuni titoli proposti nel post
bibliografico precedente.
La base dell’isola può essere realizzata in finta cartapesta o in
una struttura di filo di ferro.
La finta cartapesta si può ottenere in vari modi, io utilizzo fogli di quotidiano che
sostanzieranno la forma dell’isola stessa.
Una volta ottenuta la forma desiderata si tiene ferma con alcuni
pezzetti di scotch.
La fase successiva prevede l'uso di colla vinilica diluita con acqua, poi scottex o carta igienica a strati: questo serve per rendere la superficie
liscia. Gli strati saranno tanti quanti necessari a coprire le scritte del
quotidiano. Una volta asciutto sarà pronta per la successiva decorazione. Insomma Art Attack insegna!
Partiamo anche noi
come i ragazzi dalle suggestioni offerte dai titoli dei libri.
L’isola delle bacche
ROSSE: (Marcus Pfister)
Nel titolo troviamo una significato aggiunto dal colore che diventa
imprescindibile.
Anche in questo caso parliamo di utilizzo di materiale di recupero:
fili di rame o ferro per riprodurre rami, alberi… o elementi naturali stessi... Carta seta arrotolata a
palline per realizzare le bacche rosse o in sostituzione piccoli bottoni sempre
di colore rosso….
L’isola dei quadrati
magici (Pinin Carpi)
In questo caso giocherei sulla forma quadrata. Sia che si scelga la
struttura in ferro o in cartapesta, la base di colore si può ottenere
incollando tono su tono i quadrati che formeranno la superficie dell’isola
stessa e che possono essere di varie dimensioni.
I quadrati possono poi essere realizzati in cartoncino di grammatura pesante o con stoffe da tappezzeria, pelle, semipelle e così via…. Le strutture pensate sull’isola devo nascere attraverso la sovrapposizione di quadrati di varie forme e colori che si disticchino il più possibile dal colore di base dell'isola stessa.
I quadrati possono poi essere realizzati in cartoncino di grammatura pesante o con stoffe da tappezzeria, pelle, semipelle e così via…. Le strutture pensate sull’isola devo nascere attraverso la sovrapposizione di quadrati di varie forme e colori che si disticchino il più possibile dal colore di base dell'isola stessa.
Vediamo altri esempi.
In questo caso sceglierei la struttura in ferro e farei scendere
con fili da pescatore tanti orologi di varie forme e fatture disegnati
precedentemente dai ragazzi e plastificati; naturalmente questo implica una
ricerca attraverso libri o internet dei diversi tipi di strumenti per la misurazione del tempo; altra opzione
potrebbe essere quella di ritagliare immagini da riviste e giornali da
incollare su strisce di plastica trasparente che rivestiranno poi la struttura
in ferro.
L’isola dei libri
perduti (Annalisa Strada)
Anche in questo caso si può liberamente scegliere tra le due basi
delle isole, di ferro o cartapesta; ecco alcune idee per la realizzazione:
rivestire le isole con le copertine fotocopiate e colorate dei libri letti,
oppure con i disegni dei personaggi di storie facilmente riconoscibili, ancora con
i titoli dei libri e perché no con frasi significative di alcune pagine i fotocopiate o riscritte in vari caratteri a computer o in altra
modalità.
Naturalmente la
fantasia farà il suo corso, ma sicuramente lo stimolo del materiale
offerto è innegabile.
Più è
vario, più scateneremo la loro creatività; tuttavia credo che il gusto dei
ragazzi vada anche educato, ne segue che il materiale proposto pur nella sua molteplicità e differenziazione deve rispettare, in questo caso, le
caratteristiche dell’isola che deve rappresentare.
Credo anche sia
necessario fornire delle indicazioni di lavoro precise che pur non mortificando
l’originalità di ognuno, allo stesso modo consentano di avere idea del prodotto
finale che si vuole raggiungere.
Non mi rimane che dirvi: Buon lavoro!!
Non mi rimane che dirvi: Buon lavoro!!
LEI
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