STORIE DI ISOLE, SOGNI E INCUBI DI CARTA P.2

Eccoci ritrovati per la seconda parte di questo viaggi, cari amici. 

Ci eravamo lasciati con la spaventosa Isola del dottor Moreau, densa di visioni macabre e di premonizioni che facevano pensare ad un Mengele ante litteram. Meno di dieci anni dopo, nel 1904 compare nell'oceano di carta degli scrittori un'altra isola, quella che vede le avventure di Peter Pan dispiegarsi al galoppo, fra inseguimenti e duelli con il suo nemico giurato Giacomo Uncino. Su questo capolavoro di ogni tempo non c'è molto da aggiungere, se non che che è stato fonte di ispirazione e citazione per tantissimi artisti. Da noi, in Italia, il collegamento più immediato è quello con Edoardo Bennato che con il suo LP "Sono solo canzonette" si ispirò direttamente alla storia di J. M. Barrie, interpretandone in chiave moderna i personaggi e lasciandoci alcune delle più belle canzoni della nostra tradizione popolare recente, come "L'isola che non c'è", "Il rock di Capitan Uncino" o "Rockoccodrillo".

   Ma la parentesi di serenità sulle isole letterarie dura poco: nel 1954 esce "Il signore delle mosche" di William Golding: storia impietosa che rende la fragilità dell'equilibrio dell'uomo occidentale da poco uscito dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale. In questo libro, sorprendente esordio dell'autore, si condensano tutte le paure generate da mezzo secolo di storia del '900: il Totalitarismo, la bestialità della guerra, la regressione degli uomini davanti al potere, la superstizione ancestrale. Per Golding "Gli uomini producono il male come le api producono il miele" e questo romanzo esplicita proprio questa convinzione. Golding verrà insignito poi nel 1983 del Premio Nobel per la Letteratura. "Il Signore delle Mosche" ha dato vita a due film dallo stesso titolo, nel 1963 per la regia di Peter Brook e nel 1990, diretto da Harry Hook.

Facciamo una corsa in avanti di quasi mezzo secolo ed ecco apparire la stella di Harry Potter, con la serie di libri scritta da J.K. Rowling. Anche qui esiste un isola spaventosa e densa di incubi, versione magica di Alcatraz, che ospita il luogo di detenzione per i maghi; si tratta della Prigione di Azkaban, nome che fonde Alcatraz con la parola ebraica "Abaddon" che vuol dire "Luogo di distruzione" o "Abisso infernale".

L'ultima isola della nostra lunga carrellata è più che altro una sorta di miraggio, un luogo che non viene mai raggiunto dal protagonista: si tratta de "L'Isola del giorno prima" di Umberto Eco, pubblicato nel 1994. Come altri romanzi di Eco si tratta di una storia ricca di rimandi, citazioni, spunti filosofici, salti temporali ed un finale sospeso per l'assenza di una "fine degna di essere narrata" ( https://it.wikipedia.org/wiki/L%27isola_del_giorno_prima)

  
    Quale isola di carta  sarà il luogo delle vostre delizie letterarie, cari Lectores? A voi la scelta e la libertà di raccontarcela, commentando questo post o il richiamo su Facebook. lui vi saluta con le parole di Bennato e la sua "Isola che non c'è":

E ti prendono in giro 
se continui a cercarla 
ma non darti per vinto perché 
chi ci ha già rinunciato 
e ti ride alle spalle 
forse è ancora più pazzo di te


LUI
    

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