GIOCHI FIABESCHI


ANDAR PER FIABE

Le fiabe della tradizione consentono di creare percorsi didattici interdisciplinari per ogni età. Prevedono ovviamente una conoscenza abbastanza estesa delle stesse, è perciò necessario che i percorsi siano preceduti dall’attivazione del prestito bibliotecario in classe o dalla lettura da parte dell’insegnante di diverse narrazioni fiabesche.
Si possono proporre, inoltre, film di animazioni , utilizzando così un linguaggio a loro conosciuto, anche se non in modo esclusivo.

GIOCHI DI CARTE


La struttura fiabesca presenta delle caratteristiche tipiche del testo di cui abbiamo già parlato (vedi i post precedenti) che consentono di individuare dei motivi ricorrenti, le famose funzioni di Propp, che permettono numerosi giochi fiabeschi.


PRIMO PASSO: Creazione di un mazzo di carta.

Per cominciare bisogna creare delle carte illustrate con alcuni personaggi delle fiabe: non possono mancare gli antagonisti (i cattivi), gli eroi, gli aiutanti magici o gli oggetti magici, e gli ambienti in cui avvengono le narrazioni.
I soggetti delle carte saranno rintracciati proprio nelle fiabe lette o ascoltate. I cartoncini devono essere della dimensione dieci per quindici, in modo da consentire una produzione grafica riconoscibile, si può poi pensare a vari metodi di realizzazione: disegno, utilizzo di materiali di recupero in modo che siano bidimensionali (ad esempio l’abito della principessa può essere realizzato con stoffe…), tecnica del collage; le figure devono essere semplici e riconoscibili.
In questo modo avremo tre gruppi di carte: EROI, ANTAGONISTI, AIUTANTI/OGGETTI MAGICI, AMBIENTI.

SECONDO PASSO: Creazione di testi fiabeschi.

Adesso è possibile cominciare a giocare: si estrae da ogni gruppo di carta un eroe, un antagonista, un oggetto magico o aiutante ed infine un ambiente in cui avviene la narrazione. Ora i ragazzi divisi a piccoli gruppi possono cominciare ad inventare nuove fiabe; si può decidere di dare una situazione di partenza, in questo caso si eliminerà la carta relativa: ad esempio se decidiamo che la fiaba cominci così: C’era una volta una foresta incantata... appare chiaro che non utilizzeremo il mazzo delle carte relative agli ambienti; oppure possiamo lasciarli completamente liberi, con l’unico vincolo di utilizzare le carte estratte nella loro funzione propria. E’ possibile che ogni gruppo estragga carte diverse per dar vita a narrazioni diverse, ma altrettanto interessante è anche lavorare sulle stesse carte per ottenere diverse narrazioni e poi mettere i testi a confronto.

PASSO TERZO: Illustrazione delle fiabe..

Una volta ottenuti i testi narrativi non può mancare la fase di illustrazione degli stessi scegliendo grandi o piccoli fogli a seconda della tecnica che si vuole utilizzare a vostro piacimento e fantasia.

INSALATA DI FIABE

In questo caso propongo un gioco orale ( in tal caso deve esserci un verbalizzatore) in cui i bambini devono proseguire la narrazione cominciata dal compagno che lo precede; per i bambini più piccoli è meglio prevedere una situazione di partenza decisa dall’adulto.
Ogni giro completo corrisponderà ad una narrazione.
Per non inibire i ragazzi, proprio perché si parla di insalate di fiabe, possiamo accettare qualsiasi tipo di contaminazione di genere. E’ chiaro che maggiore è stato il lavoro intorno al testo fiabesco attraverso letture, visioni di film di animazione, narrazioni.. maggiore sarà l’aderenza alle caratteristiche del genere.
Se parliamo però di bambini che hanno già acquisito una competenza di scrittura il gioco può avere una variante interessante.
Alle estremità di ogni gruppo, posti in cerchio o in modo lineare non ha importanza, ( si può anche pensare di lavorare con l’intera classe) si fa partire un foglio con una specifica situazione di partenza, decisa dall’adulto, proposta dalla casualità, se abbiamo create le carte di Propp e le vogliamo usare, decisa dal bambino che comincia il gioco.
Anche se non abbiamo realizzate le carte di Propp, attraverso le attività prima delineate, possiamo ottenere un analogo risultato chiedendo, prima di iniziare il gioco, di scrivere su foglietti di diversi colori il nome di un personaggio di fiaba che conoscono (eroe), di un antagonista, di un aiutante o oggetto magico, di un luogo in cui si svolge la storia, per poi procedere all’estrazione o più estrazioni casuali.
Si distribuiscono fogli possibilmente colorati al primo e all’ultimo bambino che fa parte del gruppo, in modo che le narrazioni non si confondano. Il primo e l’ultimo bambino partono con la narrazione, al cambio dato dall’adulto si passa il foglio all’amico che si trova alla propria destra e così via fino ad arrivare all’ultimo componente del gruppo. Così l’ultimo bambino del gruppo è allo stesso tempo ultimo e primo.

FIABE A ROVESCIO

Un altro percorso che si può proporre sono le FIABE AL CONTRARIO…
Anche in questo caso dobbiamo far precedere l’attività da una conoscenza di fiabe moderne in cui siano presenti i rovesciamenti di ruoli. (Per la bibliografia si veda il post FIABE MODERNE) Si possono ottenere risultati anche estremamente divertenti.
Possiamo procedere con gradualità e prevedere alcuni momenti di gioco in cui l’autonomia sia via via progressiva.

PASSO UNO

Si sceglie una delle fiabe che sono state lette, meglio ancora se sulla medesima si è lavorato in qualche modo, anche solo attraverso delle grafiche, e si chiede loro di trasformare la fiaba invertendo i ruoli e facendo diventare ad esempio il lupo di Cappuccetto Rosso buono e la piccola Cappuccetto, una bambina terribile e finanche crudele.
La metodologia più efficace rimane secondo me il piccolo gruppo, ma anche il grande gruppo da dei buoni risultati.

PASSO DUE

Poiché parliamo di fiabe moderne possiamo decidere noi adulti che conduciamo il gioco di mantenere i ruoli tradizionali ma di modificarne l’ambientazione (sull’esempio delle fiabe di Munari). Così se la Piccola Cappuccetto Rosso si perde in un grande supermercato va da sé che troverà un altro tipo di lupo e di pericoli….


In questo caso specifiche grafiche che sostengano la narrazione sono fondamentali anche per permettere ai ragazzi di avere una maggiore coerenza tra ambientazione e narrazione.




PASSO TRE

I ragazzi hanno la più ampia autonomia, l’unica consegna che viene data è il personaggio o i personaggi i cui ruoli devono essere invertiti; ad esempio C’era una volta un lupo che aveva paura dei bambini…

Questi percorsi possono essere proposti sia alla scuola dell’infanzia sia nei primi tre anni della scuola primaria, ciò che varia è l’intervento dell’adulto e la progressiva autonomia dei ragazzi, sempre maggiore, a seconda dell’età.

L’obbiettivo primario che otterremo è sicuramente la conoscenza di un genere ma quello secondario, per me forse anche più significativo, è un approccio ludico ai libri, un’ipoteca sul futuro di bambino lettore.

Allora non rimane che dirvi: BUON LAVORO!

LEI

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