RIDERE A CREPAPELLE


Negli anni ottanta i generi entrano di prepotenza nella letteratura per ragazzi e con essi anche il genere comico.
Se possiamo dire, citando Ferdinando Rotondo, che in Italia esisteva una resistenza al comico nella letteratura per ragioni storiche e culturali ben precise e strettamente collegate ad un’idea specifica di “intelligentia”, oggi il comico, inteso anche nella sua sfaccettatura di divertente o di sorriso amaro, entra a pieno diritto nei libri per ragazzi.
Della pericolosità del genere comico ha magistralmente raccontato Umberto Eco nell’indimenticabile romanzo “Il nome della rosa.”
Emy Beseghi, docente di letteratura per l’infanzia presso l’Università di Bologna, parlando del comico, nel saggio La scienza gaia, Mondadori, 1998, ci dice:

“Categoria scomoda e pericolosa perchè avversaria di ogni regime e di ogni forma di pensiero rigido e costrittivo, il comico manifesta, nella letteratura per l’infanzia, la sua carica oppositiva.”

E poco oltre continua:

“....Si mette in scena un’ottica infantile pronta a smascherare e a dileggiare i vari aspetti del mondo adulto che non lo convincono.”
Siamo di fronte alla funzione salvifica della letteratura come strumento di comprensione del reale che ci circonda, luogo in cui è possibile individuare chiavi di lettura critiche e indipendenti."

Più in generale il comico rappresenta una grande conquista per due motivi facilmente intuibili, ma che Rotondo ben mette in evidenza nel suo contributo, Da Franti a Lavinia un certo sorriso, Idest ed..
Il primo motivo è appunto di ordine generale, ridere, sorridere fa star meglio, consente una circolazione positiva di pensieri. Idea che ha trovato espressione evidente nella comicoterapia.
Non posso a questo punto non ricordare lo straordinario film “Patch Adams “ di Tom Shadyac, 1998 e la magistrale interpretazione di Robin William; film ispirato alla biografia di Patch Adams, inventore della comicoterapia.
Segue poi un motivo più specifico di grande interesse per genitori e insegnanti: ogni libro che fa ridere o sorridere, che muove le leve del divertimento, svela in modo diretto il piacere di leggere, “è un invito a leggerne un altro”.
Facciamo una rapida analisi del comico nel panorama editoriale.
Naturalmente non si può non parlare di Il giornalino di Giamburrasca di Vamba o recuperare alla memoria le opere di Gianni Rodari, autore che nel passato è stato fortemente politicizzato, dimenticando forse la portata di modernità della sua opera: Le favole al telefono tra tutte.
Poi naturalmente c’è la scrittrice ironica per eccellenza Bianca Pitzorno, la cui ironia attraversa l’intera opera ma trova il massimo dell’anticonformismo e della provocazione divertente in L’incredibile storia di Lavinia, ovvero il libro della cacca.
Bianca rompe un tabù e apre la strada ad una serie di libri illustrati per la prima infanzia che erigono a protagonisti argomenti tabù, vediamone alcuni esempi:
Chi me l’ha fatta in testa? di W.H.W. Erlbruch, Salani si parla di tanti tipi di escrementi;
Il libro senza figure di B.J. Novak un libro fatto di suoni buffi e divertenti (onomatopee).
Storie di più ampio respiro ma sempre per i più piccoli:
Il mostro peloso, H. Bichonnier con esilaranti dialoghi tra il mostro e la piccola protagonista;
Piccola Peg va in città di A. Gatti avventura rocambolesca a sfondo ecologico, con mille divertenti inconvenienti.
Per i più grandicelli la casa editrice E.L. ha realizzato una collana ispirata ai comics dal titolo “A crepapelle” .
            
Una collana che promette di far sbellicare dalle risate con testi in cui le storie, scritte da grandi autori della letteratura per ragazzi
sono intimamente collegate alle divertentissime illustrazioni e vignette che le accompagnano.
Ma ancora Kay Umansky e i suoi libri su Puzzy, la strega sudiciona, Mondadori.
Naturalmente non poteva mancare Roald Dahl del suo GGG abbiamo già detto, ma anche Gli sporcelli, rientrano a pieno diritto nel genere sorriso amaro.
Un sorridere e un ridere amaro poichè la parodia ha per soggetto le abitudini di vita di noi stessi: come ci ben insegnato uno specifico genere di cinematografia da Chaplin a Totò, passando per Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio per giungere ai giorni nostri con il comico Checco Zalone che ha rinverdito il genere.
Per i ragazzi non possiamo non citare il discusso cartone animato I Simpson, che segue quest’idea di ironia amara, con un chiaro intento di denuncia. Così ridendo si parla di cose serie:
Il club degli imbranati di C. Mills, Mondadori
Vita da cani , A. Albergh, Salani
Olle pappamolle di K. Hagerub, Salani
Orrido Henry, di F. Simon e T. Ross, Salani
, la serie.


C’è poi l’umorismo nero della serie Vampiretto, di A. S. Bonderbug, Salani;
Nonnina di A. Horowitz, Salani;
La scuola dell’orrore di T. B. Stone, Fabbri editori, dove è ben evidente una contaminazione di generi.


LEI

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