BAMBINE RIBELLI NELLA LETTERATURA PER RAGAZZI

Elena Favilli e Francesca Cavallo sono le autrici di un libro di biografie di donne che hanno segnato un momento di rottura ognuna nel proprio ambito. Questo testo, Storie della buonanotte, è stato il libro per ragazzi più venduto del 2017 in Italia. La sua pubblicazione ha creato una grande discussione in rete, ma non solo, intorno a questo grande successo e alla qualità o meno dello stesso: operazione di puro marketing ? occasione mancata per mettere in evidenza un aspetto particolare della letteratura per ragazzi? Che ci si schieri a favore o contro, questo libro ha certamente dei meriti: 1) rompe gli schemi e racconta di figure esclusivamente femminili del passato significative; si può poi discutere sulle modalità in cui sono state presentate le protagoniste, le scelte in quanto tali possono non essere sempre condivisibili, ma questo è un’altra questione ancora;
2) solleva una tematica di ancora grande attualità, fornendo lo spunto oggi per parlare di letteratura per ragazzi al femminile. L’uscita di questi giorni di Storia della buonanotte 2 vede per protagoniste donne non più del passato ma contemporanee e diventa l’occasione di un dialogo tra le due autrici, pubblicato nell’inserto Robinson del Corriere della Sera di Domenica 11 febbraio 2018. Alla domanda : chi sono le bambine ribelli? Elena Favilli e Francesca Cavallo rispondono rispettivamente così: “Per me le bambine ribelli sono quelle che si rifiutano di farsi inventare dagli uomini che le circondano” “Per me sono ribelli quelle che non si accontentano, che osano”. Personalmente sono cresciuta all’ombra di storie di fanciulle infelici, Candy Candy, Peline, Anna dai Capelli Rossi, Pollyanna, le eroine dei romanzi di Gianna Anguissola: le protagoniste femminili anche quelle potenzialmente ribelli finivano sempre imbrigliate nelle consuetudini sociali, all’insegna della figura della “bisbetica appunto domata”. La fiaba tradizionaleRisultati immagini per CENERENTOLA IMMAGINI poi è ricca di figure femminili passive che attendono di essere salvate o che accettano il loro destino: Cenerentola, Biancaneve, La bella addormentata, Raperonzolo. Quando poi si ribellano o provano ad essere protagoniste della loro storia devono farlo sotto mentite spoglie, rinnegando la loro vera identità come nella fiaba Fantaghirò o nel cartone animato Lady Oscar (tratto dal manga di Riyoko Ikeda, siamo negli anni ottanta, ma alla serie il merito di aver introdotto il gender in Italia), Mulan (film animato molto più recente, 1988, regia di T.Bancroft e B. Cook, Disney), donne guerriere che nascondono la loro femminilità dietro all’armatura o alla divisa. Anche in Shrek, libro (William Steig, Mondadori 1990) e/o film (DreamWorks, 2001, regia di A. Adamson e V. Jenson), assistiamo ad una trasformazione della principessa Fiona: dapprima attende passivamente il bacio del vero amore, ma poiché è stata salvata per procura da un orco questo non arriverà, per poi scoprire e scoprirsi di diversa natura; il bacio la trasformerà in un’orchessa, come se per essere sé stessi sia necessario essere altro da sé.
Non sono mancate figure femminili di rottura anche nella letteratura precedente i fatidici anni ottanta . Jo di Piccole donne di Louis May Alcott che esprime il suo essere diversa da come il contesto sociale la vorrebbe nel taglio dei propri capelli per recuperare il denaro necessario a comprare le cure per il padre. Bibi di Karen Michaelis ragazzina danese che viaggia in bicicletta per la Danimarca, e la cui potenzialità sovversiva sfuggì al regima fascista. Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren (Salani ed.), che irrompe sulla scena letteraria portando un gran scompiglio, dando così inizio alla figure ribelli della letteratura per ragazzi al femminile. La portata rivoluzionaria di Pippi viene poi ulteriormente amplificata dalla trasposizione del romanzo in una serie televisiva che raggiungerà in questo modo un pubblico molto più ampio (Raiuno 1970).
Successo di così grande portata che all’epoca fiorirono ampie discussioni pedagogiche sul fenomeno, non bisogna dimenticarsi che la letteratura aveva una forte connotazione moralistica ed educativa, si dovranno aspettare gli anni ottanta per la rivoluzione in campo letterario, di cui si è già detto nel post dedicato a Donatella Ziliotto, una delle straordinarie artefici di questa innovazione. Pippi Calzelunghe vive da sola in una grande casa, non va a scuola, passa le sue giornate bighellonando. Non si può poi non annoverare la meravigliosa Matilde di Roald Dahl, che in comune con Pippi ha una condizione di orfanezza ideale, anche se non reale, in teoria i genitori Matilde li ha ma vive comunque in uno stato di abbandono, nonché straordinari poteri, la forza per Pippi lo sguardo per Matilde. Entrambe in lotta contro i soprusi degli adulti nei confronti dell’infanzia siano essi potenziali ladri o terribili insegnanti. Rimanendo in un panorama internazionale , non a caso ancora in area nordica, figure bambine ribelli le troviamo nelle pagine di molti libri della Christine Nostlinger: Mamma e papà me ne vado, Einaudi , Ora di crescere, Rizzoli, Che stress, Salani Come non citare poi i nuovi Calpurnia (J. Kelly, Salani )e Stargirl di Jerry Spinelli, dove la diversità rispetto al contesto in cui si vive diventa tratto distintivo della propria opposizione allo status consolidato.
Ma c’è un’autrice italiana che per scelta stilistica ha dato vita solo a personaggi letterari femminili, Bianca Pitzorno. E che carrellata di bambine ribelli che escono fuori dalla sua straordinaria penna. Come non ricordare l’orfanella per eccellenza Lavinia che si prende una rivincita sul mondo trasformando ogni cosa in cacca? Nel libro L’incredibile storia di Lavinia, di cui abbiamo già parlato in un precedente post, si mutua la fiaba di Andersen, La piccola fiammiferaia, cambiando tempo, i giorni nostri, ambiente, la moderna Milano e atmosfera, divertenti gag e giochi di parole fanno la parodia alla fiaba tradizionale, da cui si discosta dopo l’incipit iniziale. Prisca, protagonista del bel romanzo Ascolta il mio cuore, non sopporta le ingiustizie di fronte alle quali il suo cuore batte a mille: “Ascolta il mio cuore!” dice alle compagne chiedendo loro di metterle una mano sul petto. E così ingaggia una guerra contro la maestra Sforza classista e ipocrita, regina delle ingiustizie. E poi c’è Aglaia, orfana per scelta, che decide di passare la sua vita in cima ad un albero insieme alla sua amica “grande” Bianca, al suo cane e al suo gatto; la collocazione della casa situata in cima ad un maestoso albero centenario del parco cittadino, rimane un segreto e quando i parenti vengono a trovarla sono opportunamente bendati. La casa sull’albero, Mondadori Ragazzi. E che dire di Polissena? In seguito ad un equivoco vede realizzarsi il suo più grande dubbio esistenziale: sapere di essere stata adottata, la rivelazione le spiega il motivo del suo essere così diversa dalla sua famiglia. Così lancia in resta parte alla ricerca del suo passato e delle sue origini; certamente non un'eroina passiva! Polissena del porcello, Mondadori. Infine voglio segnalare il film di animazione Ribelle, Disney-Pixar 2012, regia di B. Chapman M. Andrews, coraggiosa e ribelle principessa scozzese che vuole ad ogni costo seguire la sua strada. Vincitore dell’Oscar per l’animazione 2013.Risultati immagini per ribelle immagini Cosa rimane da dire? Come sono fortunate le bambine di oggi! LEI 
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